Pechino rimodella i suoi cieli: stop a nuove consegne aerei Boeing
Tra dazi e Incertezze, la Cina vira verso Airbus e finanzia l'ascesa di Comac

Complice la visita del presidente Xi Jinping ad Hanoi, anche il Vietnam (e Vietjet), guarda al costruttore cinese anche per la realizzazione sul territotio di centri logistici
Pechino frena su Boeing: pesano dazi e crisi di fiducia. La Cina ha annunciato una significativa rimodulazione della sua politica di approvvigionamento aereo, bloccando di fatto le consegne di nuovi aeromobili prodotti dal colosso statunitense Boeing. La decisione, giunta in un momento tensioni commerciali globali e persistenti interrogativi sulla qualità e la sicurezza degli aerei Boeing, segna una potenziale svolta nel mercato mondiale dell'aviazione civile.
Secondo fonti governative cinesi vicine all'amministrazione dell'aviazione civile (Caac), l'impennata dei costi legati ai nuovi dazi imposti sugli aeromobili e sulla componentistica Boeing ha reso le nuove consegne economicamente insostenibili per le compagnie aeree nazionali. "L'aumento significativo dei costi, direttamente riconducibile alle nuove tariffe, ha alterato in maniera sostanziale la convenienza economica delle operazioni di acquisto e consegna di nuovi aerei Boeing", ha dichiarato un alto funzionario di Caac, che ha richiesto l'anonimato data la delicatezza della questione.
Sebbene non sia stato escluso un potenziale via libera "caso per caso" per alcuni modelli Boeing -737 Max già destinati agli operatori cinesi –probabilmente per non interrompere bruscamente piani di flotta già in essere–, la situazione generale riflette una crescente preoccupazione a Pechino. Questa preoccupazione non è unicamente di natura economica, ma è alimentata anche dai reiterati problemi di qualità riscontrati negli aeromobili Boeing e dai precedenti incidenti che hanno minato la fiducia nel costruttore di Seattle. Un duro colpo per Boeing, per il quale il mercato cinese rappresentava in passato una quota considerevole delle consegne globali, stimata fino a quasi un quarto del totale.
La combinazione di tariffe elevate e incertezze operative ha creato un clima di sfiducia che ha spinto Pechino a riconsiderare le proprie strategie di approvvigionamento a lungo termine. Parallelamente, il governo cinese starebbe valutando misure di sostegno finanziario per le compagnie aeree nazionali che si trovano a gestire contratti di leasing onerosi relativi ad aeromobili Boeing, al fine di mitigare l'impatto economico della situazione.
La Cina punta su Airbus e lancia la sfida a Comac; Hanoi strizza l'occhio a Xi Jimping
In questo scenario di ridimensionamento del rapporto con Boeing, la Cina sta accelerando la sua transizione verso il costruttore europeo Airbus e investendo massicciamente nello sviluppo e nella commercializzazione del suo aereo di linea nazionale, il Comac C-919. Fonti interne alle principali compagnie aeree cinesi confermano un aumento degli ordini e delle consegne di aeromobili Airbus, percepiti come un'alternativa più stabile e affidabile nel contesto attuale.
La vera protagonista della nuova strategia cinese è però Comac (Commercial Aircraft Corporation of China). Il C-919, aereo di linea di medie dimensioni sviluppato interamente in Cina, è ora al centro degli sforzi di Pechino per raggiungere l'autosufficienza nel settore dell'aviazione civile e competere a livello globale. La decisione di puntare con decisione su Comac non è solo una questione di orgoglio nazionale, ma anche una mossa strategica per ridurre la dipendenza da costruttori stranieri e stimolare l'innovazione tecnologica interna.
Un segnale eloquente di questa nuova direzione è giunto durante la recente visita del presidente cinese Xi Jinping ad Hanoi (vedi notizia AVIONEWS). In un incontro bilaterale avuto anche con il premier vietnamita Pham Minh Chinh, il capo del governo di Hanoi (come rivelto da fonti governative vietnamite), ha espressamente invitato il presidente di Comac, He Dongfeng, a considerare investimenti significativi in Vietnam. La richiesta specifica ha riguardato la creazione di centri di garanzia, manutenzione e riparazione per aeromobili Comac sul territorio vietnamita.
Questa mossa di Hanoi, interpretata da analisti politici come un segnale di apertura e interesse verso l'industria aeronautica cinese, rappresenta un potenziale trampolino di lancio per Comac nel mercato del Sud-est asiatico. L'istituzione di infrastrutture di supporto in Vietnam non solo faciliterebbe l'ingresso degli aerei cinesi nel Paese, ma potrebbe anche servire da hub regionale per l'assistenza e la manutenzione, aumentando l'attrattività dei velivoli Comac per altre aviolinee della regione.
Le dichiarazioni del premier Pham Minh Chinh, riportate dall'agenzia di stampa ufficiale vietnamita "Vna", sottolineano la volontà di Hanoi di rafforzare la cooperazione economica e tecnologica con la Cina in settori strategici come l'aviazione. La sinergia tra l'ambizione cinese di affermarsi nel settore aerospaziale e l'apertura del Vietnam potrebbe ridefinire gli equilibri di potere nel mercato dell'aviazione regionale e globale negli anni a venire.
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