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CLARA MOSCHINI

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Mercato italiano dei droni tocca 160 milioni di Euro

Le sperimentazioni sono ancora la maggioranza

I risultati di una ricerca del Politecnico di Milano presentata oggi durante un convegno

Nel 2024 il mercato professionale (B2b e B2g) dei droni in Italia raggiunge i 160 milioni di Euro, evidenziando una crescita del 10% rispetto al 2023. E la dinamica positiva del settore trova conferma nelle prime proiezioni 2025, che indicano una crescita importante anche per quest’anno, mentre l’80% degli addetti ai lavori prevede un’espansione significativa nei prossimi tre.

Il mercato italiano è quasi totalmente (96%) costituto da attività di “Aerial Operations”, quelle di droni di piccola e media taglia nei settori tradizionali, come le ispezioni di linee elettriche o il monitoraggio del territorio. Il restante 4% è dedicato a servizi di “Innovative Air Mobility & Delivery” (IAM&D) per la consegna di merci o il trasporto passeggeri in area urbana ed extra-urbana, in lieve crescita rispetto al 2023 (3 milioni di euro in più). Prosegue il consolidamento del numero di imprese: nel 2024 sono scese a 657 (erano 664 nel 2023, 706 nel 2022). Mediamente, ogni anno il 5% cessa l’attività, prevalentemente piccole e nate di recente, contro il 2% di nuove nascite.

Nell’ultimo anno Enac (Ente nazionale aviazione civile) ha tracciato le regole per il mercato dell’Innovative Air Mobility in Italia introducendo le linee guida U-space, il regolamento Vca e il regolamento Sandbox; la provincia di Chieti ha ospitato la prima zona U-space in Europa; Varese, Piacenza ed Ancona si sono aggiunte alle altre 6 città che hanno annunciato di voler costruire un vertiporto (Bologna, Firenze, Milano, Roma, Torino e Venezia). Sono stati effettuati il primo volo di Amazon Prime Air per il trasporto-merci, sperimentazioni di consegna via droni della posta tra Napoli e Procida, di trasporto medico nel settore sanitario e di distribuzione di fitosanitari in quello agricolo. A novembre è stata annunciata la piattaforma HyperTwin, per semplificare la gestione delle operazioni con droni. Quello appena passato, insomma, è stato un anno cruciale per il settore, sia dal punto di vista normativo che applicativo. Eppure, persistono diverse preoccupazioni per la solidità finanziaria delle imprese dell’offerta, soprattutto nel segmento di trasporto persone. E le sperimentazioni sono ancora la maggioranza dei progetti: è arrivato il momento di trasformarle in servizi operativi.

Sono i risultati della ricerca dell’Osservatorio droni e mobilità aerea avanzata del Politecnico di Milano, presentata oggi durante il convegno “Droni e mobilità aerea avanzata: dalle sperimentazioni all’operatività”. Uno degli oltre 50 differenti filoni di ricerca degli Osservatori Digital Innovation della Polimi School of Management che affrontano tutti i temi chiave dell'Innovazione Digitale nelle imprese e nella Pubblica Amministrazione.

Il mercato. Nel mercato professionale dei droni in Italia, la domanda pubblica continua ad essere marginale, pari all’8% del valore complessivo, nonostante il 37% delle imprese dell’offerta abbia enti pubblici tra i clienti, il 45% dei progetti italiani sia in capo a pubbliche amministrazioni.

Le imprese del segmento Aerial Operations sono prevalentemente costituite da fornitori di servizi (il 78% delle 646 imprese del segmento) impegnate in attività di rilievi, riprese aeree ed ispezioni. Buona parte (il 47%) ritiene essenziale uno sviluppo della normativa, che rappresenta il principale ostacolo alla crescita. Ben l’88% ritiene prioritario lavorare su una maggiore apertura ai voli Beyond Visual Line of Sight (quelli senza contatto visivo diretto e costante), sulla semplificazione delle autorizzazioni per i voli Visual Line Of Sigh in area urbana e sullo sviluppo di ulteriori Pre-Defined Risk Assesment. Per molte imprese è fondamentale lo sviluppo di servizi U-space e l’apertura di corridoi aerei dedicati. L’88% valuta importante il potenziamento di soluzioni di intelligenza artificiale, l’83% l’aumento della copertura delle reti 5G/6G per migliorare il controllo e la gestione dei droni.

Il segmento dell’IAM&D è composto soprattutto da produttori, il 78% delle 37 imprese attive in Italia. In quest’area, i progetti concreti faticano a decollare: molti annunci non si trasformano in sperimentazioni, alcuni test vengono interrotti e alcuni attori rischiano di uscire dal mercato per mancanza di liquidità. Anche in questo caso, il principale ostacolo è rappresentato dalla normativa, per il 47% delle imprese. Per il 90% è importante lavorare sulla sensibilizzazione ed il coinvolgimento delle pubbliche amministrazioni a supporto dei progetti, per l’89% sulla pianificazione e l’integrazione strategica dei servizi nella rete di mobilità e trasporto urbano, per l’86% sull’evoluzione tecnologica e il miglioramento delle soluzioni, oltre alla creazione di corridoi aerei dedicati.
 
I progetti Internazionali. Sono 1882 i progetti di droni censiti a livello mondiale tra il 2019 ed il 2024. Di questi, il 69% riguarda il segmento Aerial Operations e il restante 31% Innovative Air Mobility & Delivery. Nel primo segmento, la principale applicazione è rappresentata da ispezioni e sopralluoghi (43%), poi vengono sicurezza e sorveglianza (20%) e ricerca e soccorso (12%).

Nel segmento IAM&D, il trasporto-merci rappresenta il 72% dei progetti, ma solo l’8% è operativo, per lo più in aree remote o poco popolate, a testimonianza di come questo ambito sia ancora poco maturo. Ancora più embrionale è il trasporto di persone (28% dei casi di IAM&D), in cui la maggior parte di progetti (68%) finora è solo annunciata. Fondamentale, per il futuro del settore, sarà lo sviluppo dei vertiporti, che a livello globale hanno raggiunto 131 progetti, solo il 5% in fase di test dimostrativi, il resto in fase di sviluppo o studio di fattibilità.

Complessivamente, solo il 16% dei progetti analizzati è un servizio operativo che ha affiancato o sostituito le modalità tradizionali (il 21% dei progetti di Aerial Operations e il 6% di quelli quello Innovative Air Mobility & Delivery). Tra i più diffusi, le ispezioni delle linee elettriche o delle infrastrutture lineari, tradizionalmente condotte con elicotteri e operatori a terra, ottimizzate grazie all’impiego dei droni. L’84% dei progetti non genera ancora ricavi concreti e continuativi per le imprese dell’offerta: nel 34% dei casi sono sperimentazioni, nel 30% dichiarazioni di intenti e nel 20% utilizzi una tantum. Mediamente, ogni sei progetti attivati, le aziende riescono a trasformarne uno solo in un servizio operativo. In questa situazione è difficile garantire la sostenibilità delle attività di ricerca e sviluppo, che nel 76% delle imprese del settore sono finanziate con risorse interne, e ripagare gli investimenti in infrastrutture e capitale umano.
 
I livelli di maturità. L’analisi di 80 esperti coinvolti dall’Osservatorio su 15 use case rappresentativi del settore, fa emergere tre cluster distinti. Sono in fase embrionale, con un punteggio medio di 1,6 su 4, i progetti come quelli di trasporto di persone con droni in aree urbane ed extra-urbane. Sono in fase di sviluppo con un punteggio medio di 2,2 il trasporto di merci, le manutenzioni che richiedono il contatto fisico del drone con un’infrastruttura, gli inventari di magazzino e le applicazioni in ambito agricolo. Sono in fase di consolidamento, con un punteggio medio di 2,7, ispezioni, spettacoli aerei, ricerca e soccorso, sicurezza e sorveglianza, oltre ad attività di rilievi, mappature e monitoraggio. La maturità normativa resta il principale ostacolo, sia in generale sia per i singoli use case. L’accettazione sociale, invece, è considerata il fattore più maturo che ha contribuito positivamente allo sviluppo di molti progetti.

red/f - 1262568

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