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CLARA MOSCHINI

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Rivoluzione nella gestione dell'aeroporto di Genova

Implicazioni della recente transizione gestionale e prospettive future

Alla luce degli eventi recenti, la situazione dell'aeroporto "Cristoforo Colombo" di Genova si presenta complessa, coinvolgendo una serie di soggetti tra enti pubblici e privati. Lo scalo genovese, nonostante sia un punto nevralgico in una delle città più popolose d'Italia, occupa la 23esima posizione per traffico-passeggeri rispetto ad altri aeroporti nazionali.

Originariamente la gestione dell'aeroporto vedeva una partecipazione mista: l'Autorità portuale deteneva il 60%, la Camera di Commercio il 25%, ed una quota del 15% era in mano ad Aeroporti di Roma, controllata dalla famiglia Benetton. Con l'obiettivo di dinamizzare lo scalo, si era pensato alla vendita di questa quota al Gruppo Msc di Gianluigi Aponte, attivo nel settore marittimo mondiale. Tuttavia questa operazione è stata bloccata quando la Camera di Commercio ha esercitato il diritto di prelazione, acquistando il pacchetto offerto dai Benetton e precludendo quindi l'entrata di Msc. Questa decisione ha provocato un cambio radicale nelle dinamiche di gestione dell'aeroporto, ora completamente sotto controllo pubblico, e le dimissioni del consiglio di amministrazione allora in carica.

Il nuovo presidente, Enrico Musso, economista e docente universitario, sottolinea la necessità di una privatizzazione per il rilancio effettivo dello scalo, indicando che il percorso per attirare nuovi investitori sarà uno degli obiettivi principali del suo mandato. Le prospettive di crescita per l'aeroporto sono ampie, potendo capitalizzare su investimenti considerevoli già stanziati per il miglioramento delle infrastrutture e per la connessione diretta tra l'aeroporto ed il porto, vitale per il traffico crocieristico.

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AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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