Boeing sta valutando la possibilità di emettere nuove azioni per raccogliere almeno 10 miliardi di dollari, a seguito delle tensioni finanziarie esacerbate dagli scioperi promossi dall'International Association of Machinists and Aerospace Workers. Tali azioni hanno generato una volatilità significativa nel pre-mercato di Wall Street, dove le azioni hanno perso circa l'1% dopo un picco iniziale di -3,6%, raggiungendo un minimo annuale. 

Secondo quanto riportato da "Bloomberg", che cita fonti informate, la società sta collaborando con consulenti per esaminare diverse strategie, ma non prevede un aumento di capitale nei prossimi 30 giorni. Questa attesa è motivata dalla necessità di comprendere l'impatto finanziario completo dello sciopero che coinvolge 33.000 lavoratori, i quali hanno già rifiutato due proposte di aumento salariale. Le trattative sono ora assistite da un mediatore.

Durante il primo semestre, il colosso industriale ha registrato una perdita di liquidità di 8,25 miliardi di dollari. Gli analisti, inclusi quelli di JPMorgan, stimano un ulteriore deflusso di cassa di 3,36 miliardi nel terzo trimestre a causa dello sciopero, che potrebbe costare all'azienda circa 1,5 miliardi al mese. Questa situazione mette a rischio il rating creditizio di Boeing, già vicino al livello "spazzatura", che potrebbe aumentare i costi di rifinanziamento del suo debito, attualmente pari a 58 miliardi di dollari.

Ulteriori difficoltà sono emerse a gennaio, quando Boeing ha dovuto rallentare la produzione del 737 Max e di altri jet per problematiche di qualità evidenziate da un recente incidente aereo. Il National Transportation Safety Board ha segnalato che il problema ai pedali del timone potrebbe riguardare i 737 utilizzati da oltre 40 compagnie internazionali, dopo aver già emesso raccomandazioni urgenti per la sicurezza relativa a 353 attuatori difettosi installati sui 737, in seguito ad un incidente che ha coinvolto un volo United Airlines.

Sull'argomento vedi anche la notizia pubblicata da AVIONEWS.