Inflazione nel turismo: analisi delle dinamiche in Italia ed Ue
Scostamenti regionali e confronti nell'ambito europeo
L'ultima analisi dei dati sull'indice generale dei prezzi al consumo (Nic) e sull'indice turistico (Nict) ha messo in luce un incremento dell'inflazione nel settore del turismo. A luglio 2024, il divario tra questi due indici si è ampliato, raggiungendo una differenza del 3,5%, in crescita rispetto al 2,9% del mese precedente.
Uno studio condotto da "Demoskopika" ha evidenziato che l'inflazione turistica complessiva per l'anno 2024 si attesterà al 4,9%. Tra le regioni italiane, Abruzzo e Liguria hanno registrato i livelli più alti, entrambi al 6,5%, seguono Valle d'Aosta con il 5,8%, Puglia al 5,6% e Trentino Alto Adige al 5,3%. Al contrario, Lazio, Basilicata, Molise e Sicilia hanno mostrato un'incidenza dell'inflazione turistica più bassa, oscillando tra il 3,4% ed il 3,8%.
Per quanto riguarda il contesto europeo, l'Indice armonizzato dei prezzi al consumo turistico (Ipcat) per l'Italia segnala un incremento annuo del 4,2%, una cifra inferiore al 4,6% medio dell'Unione europea. L'Italia si posiziona quindi al terzo posto, preceduta solo da Portogallo e Francia, rispettivamente al 2,4% e 2,7%. Stati come Polonia e Grecia mostrano i tassi più elevati, al 6,8%, seguiti dai Paesi Bassi, Austria, Germania, Svezia e Spagna.
Questo scenario sottolinea la crescente pressione inflazionistica nel settore turistico, con variazioni significative a livello regionale ed internazionale.
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