Promuovere il cessate il fuoco ed un accordo sugli ostaggi. Questi i principali obiettivi del prossimo viaggio in Medio Oriente del segretario di Stato americano, Antony Blinken, che cercherà di dare concretezza al piano di pace voluto dall'amministrazione Biden per porre fine alla guerra fra Israele ed Hamas. I colloqui inizieranno in Egitto con un incontro con il presidente Abdel Fattah al-Sisi, poi a Gerusalemme il faccia a faccia con il primo ministro Benjamin Netanyahu. 

"La crisi generata dalle milizie Houthi nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, il terribile conflitto tra Israele ed Hamas, che sta causando decine di migliaia di vittime, hanno sottolineato l'importanza di assicurare la libertà delle vie marittime e la agibilità delle fondamentali infrastrutture critiche sottomarine, da quelle energetiche a quelle di trasferimento dei dati, a garanzia della vita e della prosperità della comunità internazionale e, in essa, dell'Italia", è stato il commento del presidente della Repubblica italiano, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata della Marina militare. 

Intanto, i palestinesi chiedono agli Stati Uniti un aiuto per raggiungere la tregua il prima possibile: "Chiediamo all'amministrazione americana di esercitare pressioni sull'occupazione per fermare la guerra a Gaza, il movimento di Hamas è pronto ad affrontare positivamente qualsiasi iniziativa che assicuri la fine della guerra", ha affermato il portavoce Sami Abu Zuhri, in vista dell'arrivo nella regione di Blinken. 

Israele invece è diviso fra chi vuole e chi non vuole un cessate il fuoco. In particolare, Benny Gantz, membro del gabinetto di guerra israeliano, si è dimesso in polemica con il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu, accusato di "impedire la vera vittoria di Israele" a causa della sua volontà di continuare il conflitto e perché sarebbe privo di un piano su cosa fare dopo la fine della guerra, condizione per Ganz essenziale per restare nell'esecutivo.