Addizionale comunale: nove milioni di passeggeri in meno
Impatti negativi al 2030 secondo uno studio commissionato da Aicalf
Nove milioni di passeggeri in meno, 65.000 posti di lavoro sfumati, un miliardo di Euro di nuove entrate fiscali perse: sarebbe questo l'impatto negativo da qui al 2030 dell'addizionale comunale sugli aeroporti. Lo rivela uno studio commissionato dall'Associazione italiana compagnie aeree low fares (Aicalf) e realizzato da Andrea Giuricin, esperto di aviazione e professore associato di Economia dei trasporti presso l'Università "Bicocca" di Milano.
"L’eliminazione dell’addizionale comunale può avere un impatto rilevante non solo per il settore aereo, ma per tutta l’economia", sostiene l'autore dello studio. Inoltre, l'esperto ribadisce come la tassa per i diritti di imbarco, che i Comuni italiani fanno pagare ai passeggeri in partenza in aeroporto, non raggiunge lo scopo preposto, ma serve a coprire altre spese dello Stato.
Introdotta in Italia circa venti anni fa, inizialmente l’addizionale comunale era pari ad un Euro per passeggero, serviva a compensare i Comuni che ospitano il sedime aeroportuale. Nel corso degli anni la tariffa è salita in alcuni casi fino a nove Euro a passeggero, come a Venezia. Tuttavia, la tassa assicura alle amministrazione locali un gettito irrisorio: perché la maggior parte finisce in un fondo per le crisi del settore, ma questa è erosa dall'Inps, rileva lo studio Aicalf.
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