L'accordo fra il ministero dell'Economia e delle finanze (Mef) ed il Gruppo tedesco dell'aviazione Lufthansa per la privatizzazione del vettore aereo di bandiera ITA Airways è un investimento che, secondo l'amministratore delegato dell'aerolinea tedesca Carsten Spohr, servirà anche per "liberare gli italiani dal dominio di un noto vettore low-cost", ossia l'irlandese Ryanair. 

Una battuta gradita alle società di gestione aeroportuali ed ai vettori aerei, che vedono nell'investimento di Lufthansa in Italia un'importante mossa per contrastare la pervasiva presenza della compagnia low-cost irlandese. L'aerolinea a basso costo, infatti, opera nel nostro Paese il 52% delle rotte domestiche, ossia i voli interni fra scali italiani (+17% rispetto al 2019) con un'offerta di numero di posti a sedere poco superiore al 46% su quelli offerti nel complesso nel 2024. 

È quanto mette in evidenza il quotidiano "il Corriere della Sera", che ha intervistato due esperti italiani in materia di antitrust: "Il mercato dei voli interni al nostro Paese non gira". "Ci sono molte rotte dove vola soltanto Ryanair, grazie anche ai tanti incentivi di marketing". "La low-cost è così potente che ha potere di aprire e chiudere gli aeroporti come vuole". Mentre ITA "non è in grado di fare concorrenza in nessun modo, avendo un altro modello di business, quello Hub-And-Spoke che punta a portare i flussi verso Roma-Fiumicino, e ha il Point-to-Point su Milano-Linate". 

Una situazione di "semi-oligopolio" l'aveva definita di recente il presidente dell’Ente nazionale per l’aviazione civile (Enac), Pierluigi Di Palma, che ha invitato "Il prossimo Parlamento europeo ad occuparsi seriamente delle regole sulla liberalizzazione e la privatizzazione del trasporto aereo". Intanto, Spohr rilancia: "L’unione tra ITA e Lufthansa servirà a portare maggiore concorrenza in Italia, non a ridurla".

Sullo stesso argomento vedi anche la notizia pubblicata da AVIONEWS.