Il riequilibrio aziendale all'interno della Società nazionale assistenza al volo (Enav) deve garantire la stabilità dei suoi oltre 4000 dipendenti ed assicurare il futuro del trasporto aereo italiano, un mercato che non ha pari in Europa per qualità dei servizi ed attrattività del business. I fondi che possiedono quote del capitale di Enav sono infatti contrari all’ingresso dell’azienda, partecipata dallo Stato, nelle società di gestione aeroportuale. 

Il prossimo 20 marzo 2024 Enav presenterà il nuovo piano industriale. In vista di quell'incontro alcuni fondi di investimento italiani ed esteri hanno chiesto un incontro con il consiglio di amministrazione, per spiegare che l'investimento in uno scalo aeroportuale esula dall’articolo 4 dello Statuto, mettendo a rischio anche la neutralità della società nell’esercizio del suo core business. Perciò se l'amministratore delegato, Pasqualino Monti, volesse proseguire, dovrebbe convocare un’assemblea straordinaria per approvare le modifiche statutarie. 

La questione nasce perché a dicembre 2023 indiscrezioni parlavano di un possibile interesse di Enav nello scalo di Palermo. Tuttavia, i soci di minoranza non sono disposti a correre rischi derivanti da un cambio di oggetto sociale rispetto "all’esercizio dei servizi di assistenza al volo" e "della navigazione aerea in Italia ed all’estero". Invece, secondo Enav lo Statuto al punto 4 prevede la possibilità di investire in "qualsiasi attività connessa o complementare" a quella della gestione del traffico aereo. 

Se Monti decidesse comunque di investire su Palermo si aprirebbe una battaglia legale. In ogni caso, se tutti i soci decidessero di esercitare il recesso la società potrebbe sborsare fino a 800 milioni di Euro. Un riequilibrio aziendale che minerebbe la stabilità dei suoi oltre 4000 dipendenti, creando problemi al futuro del trasporto aereo italiano, uno dei mercati più vitali in Europa.