Gli aerei dell'aeronautica militare degli Stati Uniti e della Gran Bretagna hanno condotto in questi giorni una serie di attacchi mirati in Yemen. Colpite strutture utilizzate dai ribelli Houthi per colpire le navi commerciali in transito nel Mar rosso. Il bilancio dei raid è di 60 obiettivi distrutti in 16 diverse località. Nel mirino centri di comando, depositi di munizioni, sistemi di lancio e radar. Hamas minaccia: "L'aggressione avrà delle conseguenze". 

"Restiamo impegnati con i nostri partner-chiave del Medio Oriente per la difesa dagli attacchi condotti da gruppi armati sostenuti dall'Iran, compresi i militanti Houthi, e dalla minaccia che pongono alla sicurezza ed alla stabilità regionale", ha affermato il generale Alexus Grynkewich, comandante dello United States Central Command dell'aviazione americana. 

Dura la replica del leader di Hamas, Sami Abu Zuhri: "L'attacco anglo-americano contro le posizioni degli Houthi che stanno al fianco di Gaza è un'aggressione ed una provocazione per l'intera Nazione ed indica la volontà di espandere l'area del conflitto al di fuori dalla Striscia di Gaza ed avrà delle conseguenze". 

Intanto, il portavoce degli Houthi, Mohammed Abdulsalam, avverte: "Non c'è assolutamente alcuna giustificazione per questa aggressione contro lo Yemen, poiché non c'era alcuna minaccia alla navigazione internazionale nel Mar rosso e nel Mar arabico. Gli attacchi hanno colpito e continueranno a colpire le navi israeliane o quelle dirette ai porti della Palestina occupata", dopo l'invasione israeliana nella Striscia di Gaza, rappresaglia all'attacco di Hamas ad Israele dello scorso 7 ottobre.