Incidente aereo Tokyo (3): l'importanza dei compositi
Materiali che compongono aerei moderni hanno ritardato combustione
I materiali compositi utilizzati per la costruzione degli aerei A-350/900 sono fra i fattori determinanti che hanno permesso l'evacuazione in sicurezza dei 367 passeggeri (e di 12 membri d'equipaggio) che si trovavano a bordo del velivolo della compagnia nipponica Japan Airlines, divorato dalle fiamme dopo la collisione con un aeromobile de Havilland Dash 8/315Q (marche JA722A) della guardia costiera giapponese all'aeroporto di Tokyo-Haneda.
Questo incidente segna la prima volta che un moderno velivolo di linea è andato a fuoco. Si tratta quindi di un importante banco di prova per valutare come la nuova generazione di aeromobili, costruiti in composito di fibre di carbonio, reagisce ad un incendio. Infatti, l'A-350 è stato ridotto in cenere dopo aver bruciato per circa un'ora, permettendo a tutte le persone a bordo di uscire dal velivolo in circa 18 minuti, sane e salve.
Ma come fanno i materiali compositi a ritardare la combustione? I vecchi velivoli erano costruiti in alluminio, che conduce il calore e ha un punto di fusione di circa 600 gradi. I nuovi aeromobili sono creati in fibra di carbonio, che può resistere a temperature circa sei volte superiori, permettendo alla fusoliera di non sciogliersi e di bruciare senza fiamma, spiega Bjorn Fehrm, esperto di compositi, intervistato dal sito "Leeham News".
Certo, il carburante che brucia rende queste prestazioni meno ottimali: Airbus ha affermato che l'A-350 ha "un livello di sicurezza equivalente" rispetto ai tradizionali aerei in alluminio, ma i test condotti dal costruttore nel 2019 hanno mostrato una "maggiore resistenza" alla penetrazione del fuoco.
AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency