Gli aeroporti possono trasformarsi in hub energetici urbani. È quanto emerge da uno studio pubblicato di recente da Cassa depositi e prestiti (CdP), la società statale del ministero dell'Economia e delle finanze (Mef) che opera come un'istituzione bancaria. Le aerostazioni rispondono infatti alla richiesta di decarbonizzazione, essendo in grado di produrre energia verde, offrendo spazi per lo stoccaggio ed il rifornimento di carburanti sostenibili. 

L'ambizione è quella di trasformare gli scali in veri e propri strumenti per decarbonizzare non soltanto le attività aeroportuali e quelle dei vettori aerei, ma anche il fabbisogno energetico di tutti gli asset presenti nel sedime aeroportuale e di tutte le operazioni di terra, persino quelle di accesso ed uscita dall'aeroporto.

Secondo lo studio di CdP sulla decarbonizzazione del settore del trasporto aereo, che vale il 3,8% del Pil italiano ed impiega quasi 1,3 milioni di lavoratori (considerando l'indotto), l'evoluzione delle infrastrutture aeroportuali è la principale soluzione per abbattere le emissioni di Co2. La progettazione di aerostazioni ad impatto zero al momento sarebbe più efficace dell'utilizzo sia di carburanti alternativi che delle innovazioni degli aerei.