Fim-Cisl: opportunità integrazione Ue industria difesa
Verso piattaforme di sesta generazione
Si è concluso, a Bruxelles, il network del settore difesa ed aerospazio di industrie All Europe che ha visto la partecipazione dei sindacati nazionali rappresentanti l’Italia, la Germania, la Francia, il Belgio e l’Inghilterra.
Come Fim Cisl nazionale si è ritenuto porre all’attenzione del sindacato europeo quello che è un elemento strategico, nel dibattito in seno alla Comunità europea, ovvero le opportunità derivanti dall’integrazione tra Stati nello sviluppo delle piattaforme di sesta generazione.
Nel 2022 la spesa globale per la difesa è cresciuta per l’ottavo anno consecutivo, raggiungendo i 2240 miliardi di dollari, con l’Europa che ha visto l’aumento maggiore con un incremento del 13%, pari a 345 miliardi, il più alto dalla caduta del muro di Berlino ma il vero problema è che oggi l’Europa dei 27 Paesi membri, spende 230 miliardi di Euro per mantenere efficienti 180 sistemi d’arma differenti rispetto agli Usa che ne spendono “solo” 30 miliardi per 17 sistemi e quindi può avere più risorse da investire in innovazione prodotto.
Oggi la filiera industriale della difesa è un asset strategico per l’economia del continente e da lavoro a circa 900.000 persone con alta preparazione tecnica, registrando un fatturato di oltre 260 miliardi che ha ricadute, oltre che sui grandi player nazionali, a circa 2500 piccole–medio imprese europee, un ecosistema di eccellenze finalizzate allo sviluppo delle “Disruptive Technologies”, ma che hanno ricadute importanti anche nei settori civili.
È pertanto strategico e necessario promuovere un’iniziativa comune, che nasca nell’ambito della cooperazione europea, finalizzata, nei domini della difesa, a realizzare un progetto univoco che si fondi sul principio che ogni sistema Paese consegua obiettivi di assoluto rilievo, nei programmi strategici che si stanno sviluppando, in termini di ritorni finanziari, tecnologici ed industriali.
Ogni scelta che verrà fatta dalle strutture politiche nazionali ed europee genererà effetti che si protrarranno in un arco temporale non inferiore ai trenta anni, senza scelte mirate si rischia di vanificare o peggio di non valorizzare, la più grande opportunità di sviluppo nel campo dell’aerospazio e della difesa europea.
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