I principali vettori aerei di tutto il mondo hanno registrato un calo notevole delle prenotazioni nelle settimane successive all’inizio dell'escalation fra Israele ed i miliziani palestinesi di Hamas nella Striscia di Gaza. I manager stimano conseguentemente un calo degli introiti per due ordini di motivi: molte compagnie aeree hanno sospeso o ridotto i voli da e per l’aeroporto "Ben Gurion" di Tel Aviv; inoltre la domanda di viaggi ha subito un tonfo. 

Secondo ForwardKeys, società di analisi di viaggio, le prenotazioni di voli internazionali sono oggi inferiori del -20% rispetto ai livelli del 2019. Facendo un focus sul Medio Oriente emerge quanto segue: prima del 7 ottobre, giorno in cui Hamas ha attaccato Israele, l’emissione di biglietti aerei era del -3% inferiore ai livelli precedenti la pandemia; mentre dopo quel giorno le prenotazioni sono calate del -12% rispetto al 2019. 

Insomma, non solo i collegamenti da e per l’aeroporto internazionale israeliano "Ben-Gurion" di Tel Aviv sono stati ridimensionati, ma anche la domanda di viaggi aerei presso Paesi vicini ed altre regioni è stata notevolmente influenzata: il calo maggiore in termini di partenze si è verificato nell’emissione di biglietti aerei di voli in decollo dalle Americhe, con un -10% in tre settimane.