Alitalia-ITA: incontro al Senato su discontinuità quale fine per ITA?
Marziale: "Il decreto del Governo Meloni è un'eversione istituzionale"
Al via oggi alle ore 15:00 presso la Sala caduti di Nassirya la conferenza-stampa sul tema "La norma interpretativa sulla discontinuità aziendale tra Alitalia ed ITA Airways", su iniziativa del senatore Stefano Patuanelli (M5S). Un gruppo di avvocati ha illustrato le norme coinvolte nel passaggio dalla vecchia alla nuova compagnia di bandiera, nonché il perché alcuni giudici abbiano disposto il reintegro di ex-lavoratori Alitalia ed altri togati no.
L'avvocato Giuseppe Marziale ha definito il recente decreto del Governo Meloni ("Disposizioni di interpretazione autentica in materia di cessione di complessi aziendali da parte di aziende ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria") una "eversione istituzionale" in quanto "l'interpretazione di una legge deve essere fatta attraverso una legge e non tramite decreto-legge".
In merito all’interpretazione della giurisprudenza che afferma il principio di discontinuità tra le due aerolinee (38 sentenze a favorevoli ad ITA e tre sfavorevoli che dispongono la riassunzione di 244 dipendenti), gli avvocati hanno detto oggi che la norma europea a cui si fa riferimento (direttiva 23 del 2001) regola solo gli aiuti di Stato, mentre la competenza sulla regolazione della cessione di rami d'azienda spetta alla Corte di giustizia italiana.
"Eppure" i giudici che hanno dato ragione ad ITA e torto ai ricorrenti (che chiedevano la riassunzione) "si sono appellati al provvedimento amministrativo di Bruxelles, paragonato ad un giudizio vincolante. Però quello era solo un parere dato sul programma di cessione che sarebbe dovuto ancora avvenire. Ma il giudice decide in base al programma concreto di cessione, mica considerando il parere della Commissione europea, che tra l'altro ha espresso un parere in via preventiva", precisano.
È avvenuto un evento "paradossale" spiega Marziale: "l'unico modo per evitare il transito dei debiti da Alitalia ad ITA era quello di scansare il meccanismo di cessione di rami d'azienda. Ma per rendere congrua la cessione di slot ed aeroplani ad un Euro è stato necessario proprio cedere un ramo d'azienda" ad ITA, ossia il reparto volo, e poi l'handling e la manutenzione ai privati. Detto questo, "i lavoratori riassunti hanno fatto valere il principio della cessione di ramo d'azienda organizzata in modo strutturale. Infatti il 15 ottobre ITA ha potuto volare grazie a quel complesso di beni autonomo e con preesistene capacità, altrimenti ITA non poteva far volare nemmeno un aquilone. Non c'è stata quindi una cessione di singoli beni, ma continuità fra ITA ed Alitalia".
Sull'argomento vedi anche la notizia pubblicata da AVIONEWS.
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