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CLARA MOSCHINI

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O'Leary come Attila, il flagello dell'aviazione

Passeggeri e clienti italiani dimenticati da Ryanair per esigenze di mercato

Il vettore aereo low-cost irlandese Ryanair ha chiesto ieri, giovedì 14 settembre, le dimissioni del presidente dell'Ente nazionale per l'aviazione civile (Enac), Pierluigi Di Palma. Il motivo? Secondo l'amministratore delegato Michael O'Leary l'Authority italiana sarebbe responsabile di avere prodotto un "falso rapporto" sul prezzo dei biglietti aerei, poi presentato al Governo. Chi paga l'ennesima polemica di Ryanair? Proprio i passeggeri. 

Enac è accusata di avere fatto "molteplici errori" e "false affermazioni" sui prezzi dei biglietti aerei e sugli algoritmi, nonché riguardo la presunta esistenza di un "oligopolio". È quanto riporta una nota emessa dall'aerolinea. 

Sembrerebbe una farsa, ma è tutto vero. Sì, una farsa. Perché il messaggio sottointeso è che un Ente pubblico, ovvero Enac, avrebbe ingannato un Governo sovrano, ossia l'Italia, da cui dipende (attraverso il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti) la stessa autorità italiana che regola l'aviazione civile a tutela dei consumatori. Ed infatti, nella nota di Ryanair manca quasi del tutto un riferimento ai passeggeri, che sono poi i suoi clienti.

Insomma, O'Leary denuncia Di Palma. Ma perché? Forse perché il manager irlandese si sente indispensabile per il mercato italiano? Ma facendo così, l'amministratore delegato di Ryanair mette forse a rischio il prezioso rapporto venutosi a creare fra il passeggero del Belpaese ed il vettore aereo europeo. Va ricordato infatti che il viaggiatore è il vero protagonista. Se Ryanair cancella i voli in Italia ed aumenta i prezzi (come protesta contro il Governo Meloni ed il suo decreto contro il caro-voli) non fa certo il "bene" del trasporto aereo europeo. Perché è il passeggero che sceglie con chi volare. È il viaggiatore che determina il successo della compagnia, ed adesso potrebbe anche dire addio a Ryanair.

Tanto è vero che l'Unione nazionale consumatori, in merito alla richiesta di dimissioni a Di Palma da parte di Ryanair, ha presentato un esposto: "Ora l'Antitrust metterà fine a questo balletto ed a queste versioni discordanti sugli algoritmi", ha affermato il presidente Massimiliano Dona, chiedendo l'intervento della Guardia di Finanza per accertare eventuali violazioni di legge: ovvero l'utilizzo della "fissazione dinamica delle tariffe", la presenza di "pratiche commerciali scorrette" e l'abuso di "posizione dominante".

Quella di O'Leary sembra solo un'ennesima mossa pubblicitaria. Solo apparentemente gratuita. Sì. Perché a farne le spese sono proprio i clienti di Ryanair in Italia. Chiedere le dimissioni di Di Palma è una mossa da cui trae vantaggio solo l'aerolinea low-cost: l'importante è che la gente parli del marchio. Ma le reali esigenze dei passeggeri dove sono? Passando in secondo piano. Infatti, va ricordato che Ryanair riduce drasticamente le rotte e le frequenze dei voli dopo le vacanze estive: in media del -30% nelle isole maggiori. Adesso minaccia un ulteriore taglio del -10%. Ma il danno O'Leary lo fa ai suoi potenziali passeggeri italiani. 

Sull'argomento vedi anche la notizia pubblicata da AVIONEWS.

Gic - 1253696

AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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