La questione del caro-voli in Italia travalica i confini tanto che ne parlano anche all'estero. I provvedimenti proposti in occasione della riunione del consiglio dei ministri italiano, che si è tenuto lo scorso 7 agosto, ossia la stretta sugli algoritmi nei siti delle aerolinee ed i nuovi limiti all'aumento dei prezzi dei biglietti aerei, sono diventati un tema prioritario nel dibattito pubblico del settore aviazione.

''L'Italia vola nella direzione sbagliata con il tetto contro il caro-voli'', ma allo stesso tempo ''le compagnie aeree ignorano l'insoddisfazione dei consumatori e ciò fa di questa politica un'arma elettoralmente vincente. Le tariffe aeree sono aumentate notevolmente dopo il covid-19 e le compagnie lamentano scarsità di aerei e manodopera, nonché costi più elevati del carburante, anche se riportano profitti eccezionali grazie all'aumento dei prezzi dei biglietti. Ma si prevede che i margini netti del settore quest'anno raggiungeranno solo l'1,2%'', si legge in un articolo pubblicato dal quotidiano economico britannico ''Financial Times''. 

"Se il premier Giorgia Meloni pensa che un tetto ai prezzi -si legge- sia la soluzione per abbassare le tariffe verso le località estive di Sicilia e Sardegna, si sbaglia. E non solo perché una tale mossa potrebbe violare il diritto dell'Unione europea. Qualsiasi limite di prezzo porterà quasi sicuramente a tariffe più alte durante tutto l'anno. Perché una compagnia aerea dovrebbe offrire prezzi stracciati fuori stagione, quando i voli vengono usati perlopiù dai residenti, visto che a quel punto abbasserebbero solo la media? Certo, per riempire l'aereo nei mesi invernali. Ma si può sempre ridurre la frequenza dei voli''. Inoltre, ''la mossa dell'Italia per limitare gli algoritmi di profilazione presuppone anche che l'industria aerea sia tecnologicamente più sofisticata di quanto non sia in realtà''.