Il ricordo della strage di via d'Amelio a Palermo
Il 19 luglio 1992 la mafia uccideva Paolo Borsellino e la sua scorta
Giornata di celebrazioni oggi per i 31 anni dalla strage di via D'Amelio che avvenne il 19 luglio 1992. In quella domenica perse la vita il magistrato italiano Paolo Borsellino a causa di un attentato di stampo terroristico-mafioso, organizzato in via Mariano D'Amelio a Palermo. Tra le vittime anche cinque agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Nel capoluogo oggi le celebrazioni con le istituzioni e la cittadinanza.
"La Repubblica si inchina alla memoria di Paolo Borsellino, magistrato di straordinario valore e coraggio, e degli uomini della sua scorta che con lui morirono nel servizio alle istituzioni democratiche". Il nome di Paolo Borsellino, "al pari di quello di Giovanni Falcone, mantiene inalterabile forza di richiamo ed è legato ai successi investigativi e processuali che misero allo scoperto per la prima volta l'organizzazione mafiosa", ha dichiarato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Ai due magistrati è stato intitolato l'aeroporto di Palermo-Punta Raisi. La poliziotta Emanuela Loi era stata la prima donna a far parte di una scorta. L'unico sopravvissuto all'attentato fu l'agente Antonino Vullo, che al momento dell'esplosione stava parcheggiando una delle auto della scorta.
Presente alle celebrazioni a Palermo anche il presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, che ha scelto di non partecipare alla fiaccolata commemorativa per ragioni di sicurezza, ha dichiarato: l'impegno antimafia "non si esaurirà mai" perché "la lotta alla mafia è parte di noi ed è un pezzo fondante della nostra identità. È la questione morale che orienta la nostra azione quotidiana".
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