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CLARA MOSCHINI

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Centenario AMI: inaugurato percorso storico-museale della Dsse di Guidonia

Dal 6 maggio sarà possibile visitare le aree

Tra le iniziative legate alle celebrazioni per il centenario dell’Aeronautica militare, la Forza Armata ha voluto rendere fruibile al pubblico il patrimonio storico esistente sul sedime aeroportuale di Guidonia (Roma), raccontando uno dei luoghi simbolo degli albori della Regia Aeronautica, la Direzione superiore studi ed esperienze (Dsse).

La Dsse, operativa dal primo febbraio 1928 sotto la guida del generale del Genio aeronautico Alessandro Guidoni, fu un centro all’avanguardia a livello mondiale per la sperimentazione di nuovi velivoli, armamenti, equipaggiamenti e di tutto ciò in generale che era legato al volo, un enorme patrimonio scientifico e di risorse umane che non fu purtroppo risparmiato dagli eventi bellici avvenuti dopo il 1943.

L’inaugurazione del percorso storico-museale si è tenuta ieri, giovedì 27 aprile, alla presenza del comandante delle Scuole e della 3^ Regione aerea, generale di Squadra Aerea Silvano Frigerio, con la partecipazione del generale Ispettore capo Basilio Di Martino, presidente del “Comitato centenario dell’Aeronautica militare”, e di numerose autorità civili, religiose e militari del territorio. Ospite d’eccezione è stata Amalia Ercoli Finzi, la prima donna a laurearsi in ingegneria aeronautica in Italia presso il Politecnico di Milano, una delle personalità più importanti al mondo nel campo delle scienze e tecnologie aerospaziali, consulente scientifica delle agenzie spaziali Nasa (americana), Asi (italiana) ed Esa (europea).

 Ad aprire la cerimonia di inaugurazione, il comandante del 60esimo Stormo di Guidonia, colonnello Michele Cesario che ha sottolineato nel corso del suo intervento quanto la giornata sia: “[…] ricca di significato per la nazione e per l’Aeronautica militare che tra gli anni 20 e 40 avevano nella Direzione superiore studi ed esperienze il vero fiore all’occhiello nel settore della ricerca e sperimentazione aeronautica e per la comunità di Guidonia, che ha vissuto in prima persona la nascita, le glorie ed il declino della Dsse. Dopo anni, tanti, in cui la Dsse è stata lasciata a sé stessa, con la lungimiranza dei nostri vertici e la passione del nostro personale, oggi finalmente ciò che è stato un vanto per tutti, diventa fruibile come percorso espositivo multimediale".

Il colonnello Cesario ha poi continuato dicendo: “Per i primi 50 anni del secolo scorso il processo di ricerca e sperimentazione prevedeva, semplificando, delle fasi di studio e poi la sperimentazione empirica. Proprio per questa seconda fase nascono le varie gallerie del vento e la vasca idrodinamica, per poter provare e comparare con modelli di balsa ciò che veniva teorizzato su carta, con risultati eccezionali. Basti pensare che qui, utilizzando la galleria stratosferica ultrasonora, si posero le basi per il volo supersonico". Ha poi concluso evidenziando che: “oggi il tutto si svolge in ambiente digitale, in alcune accezioni definito metaverso e quindi, mutuando le attuali tecniche di ricerca e sviluppo, si è deciso di non restaurare in senso stretto ma di creare il cosiddetto digital twin, ovvero un gemello digitale della Dsse. In tal modo possiamo vivere l’esperienza, senza modificare ciò che di fatto rappresenta un patrimonio di archeologia industriale, non a caso il sedime diventa oggetto di attenzioni sia dal punto di vista prettamente aeronautico che di architettura ed ingegneria edile".

Ha fatto poi seguito la prolusione Amalia Ercoli Finzi che ha evidenziato “[…] Come la Dsse rappresenti le radici della nostra storia. L’Italia è un grande Paese: siamo stati i primi in aeronautica quando eravamo leader mondiali di una situazione drammatica ma affascinante perché l’Aeronautica ha voluto dire non solo la realizzazione degli aerei di allora e di oggi. Con la ricerca aeronautica siamo sconfinati in tante altre discipline. Questo centro è una testimonianza di quante cose si facessero allora, di che risultati si siano ottenuti e di quanto l’Italia avesse una posizione assolutamente di prestigio mondiale”. Inoltre ha poi continuato: “Il concetto fondamentale era che qui si è voluto fare un centro studi: immediatamente dopo i pionieri si è capito che senza approfonditi studi per quelli che erano i programmi soprattutto della fisio-dinamica, dell’aerodinamica e così via, non si sarebbe potuto ottenere quello che dopo è esploso e cioè l’aeroplano per passeggeri, che poi ha portato alla conquista dei cieli da parte dell’umanità”. Ha poi concluso il suo intervento affermando che “nel sistema solare noi siamo un granello e allora ci domandiamo: come facciamo ad avere queste grandi idee, pensare di esplorare il nostro sistema solare e magari andare oltre? Perché noi abbiamo cervello e cuore, intelligenza e sentimento e possiamo andare dove vogliamo”.

In chiusura, il comandante delle Scuole e della 3^ Regione Aerea, generale di Squadra Aerea Silvano Frigerio, ha commentato: “Con emozione siamo qui per vedere tornare alla luce la Dsse che era andata nell’oblio. Vederla tornare in vita -se così possiamo dire- è un risultato notevole che la Forza Armata ha voluto perseguire con motivazione”. Ha poi continuato: “Penso che sia un risultato incredibile perché ci restituisce quello che ritengo sia il Dna di questa base, della nostra Forza Armata e, mi permetto di dire, anche della città di Guidonia: oggi ritrovare il Dna della Dsse è un regalo che facciamo a noi come Forza Armata, ma riteniamo lo sia anche per tutti i guidoniani che da oltre 100 anni vedono l’Aeronautica militare presente su questo territorio”. Il generale Frigerio ha poi concluso: “La realizzazione di questo percorso archeo-museale è un viatico per fare ancora più sinergia tra Aeronautica militare e la Città di Guidonia Montecelio, è un viatico per conoscere e comprendere il nostro passato, perché solo conoscendo il nostro passato possiamo comprendere il presente e soprattutto guardare sempre verso il futuro".

Tra i manufatti ancora visibili lungo il percorso si trovano i tre edifici della Sezione aerodinamica, che ospitavano le gallerie del vento, la galleria a doppio ritorno e quella supersonica, la più avanzata dell’epoca per potenza e dimensioni, conosciuta anche come “galleria stratosferica ultrasonora”. Altro elemento di rilievo è la Sezione Idrodinamica, la cui vasca era tra le più grandi e innovative di quel periodo. L’impatto con ciò che rimane di queste imponenti costruzioni, distrutte dal bombardamento del 13 gennaio 1944 e finalmente liberate, per quanto possibile, dalla fitta vegetazione che le copriva, è davvero suggestivo e richiama il fascino di un sito archeologico. L’intero sedime della Dsse è stato ricreato virtualmente ed è fruibile attraverso un’esperienza immersiva che ne valorizza le attività e le metodologie di sperimentazione, per far rivivere al visitatore l’emozione dell’inizio della storia del volo attraverso la ricerca scientifica e tecnologica che consentì il rapido progresso in campo aviatorio.

Il prezioso e pregevole lavoro svolto dal personale della Regia Aeronautica presso la Direzione superiore studi ed esperienze portò l’Italia tra i paesi più scientificamente all’avanguardia nel panorama internazionale tanto che, dopo la guerra, diversi ingegneri e scienziati guidoniani furono assunti dalla Naca (poi Nasa) negli Stati Uniti.

Il pubblico interessato a visitare il sito della Dsse, potrà farlo gratuitamente nei fine-settimana a partire dal 06/05/2023 previa prenotazione on-line sul sito. La prenotazione alle visite guidate, effettuabile con un anticipo di massimo 30 giorni, sarà disponibile dal mese di maggio ai visitatori tramite un tasto “Prenota” a fondo pagina. Dopo la prenotazione verrà generato un QR code da portare a seguito per consentire l’accesso al 60esimo Stormo di Guidonia, unitamente a un valido documento di riconoscimento.

red/f - 1250964

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