A volte ritornano. La gestione di ITA Airways da parte dell'ex-presidente esecutivo Alfredo Altavilla è finita sotto la lente di ingrandimento della Corte dei conti. I giudici hanno condannato con durezza il ricorso alle consulenze esterne della compagnia di bandiera che nel 2021 ha speso 9.342.800 Euro per il "supporto start-up della società", recita la nota di spesa della società. I giudici bacchettano: in futuro occorre limitare questa prassi ai casi di reale esigenza.

Nel dettaglio le spese di consulenza erano così ripartite: 2,92 milioni di Euro per una "consulenza strategica" mirata a redigere un piano industriale efficace; altri 2,15 milioni in ambito "legale-societario"; ulteriori 1,74 milioni per rendere la società al passo con i tempi grazie alla "Information technology"; altri 1,1 milioni destinati al settore "commerciale, rapporti con la clientela, programma di fidelizzazione" finito al centro delle cronache nazionali (il caos call-center Covisian-Almaviva); poi i 752.000 Euro per le "Risorse umane" con i bandi di assunzione presi di mira dagli ex-lavoratori Alitalia; infine i 352.000 Euro per "supporto apertura filiali estere".

Nella relazione del presidente di sezione della Corte dei conti, Francesco Paolo Romanelli, si legge: "La spesa sostenuta per le consulenze esterne è principalmente riferibile all’ampio ricorso a prestazioni specialistiche che si sono rese necessarie". Pur riconoscendo "la necessità del ricorso a competenze professionali specialistiche esterne nelle attività aventi particolare carattere di straordinarietà, complessità e rilievo economico", la corte ritiene di dover "raccomandare, per il futuro, di limitarne l’utilizzo ai soli casi in cui l’esigenza da soddisfare trascenda effettivamente le possibilità operative della struttura societaria".