Myanmar: appello alla comunità internazionale
"Washington sanzioni militari golpisti, comunità internazionale riconosca governo legittimamente eletto"
La comunità birmana in Italia chiede che la comunità internazionale assuma una posizione chiara di fronte alla "tragica situazione in Myanmar", dopo che il primo febbraio 2021 il Tatmadaw, l'esercito nazionale guidato dal generale Aung Hlaing, ha deposto il governo legittimamente eletto a novembre. Tra l'altro, sebbene nei giorni scorsi la giunta abbia concesso l'amnistia a 3113 prigionieri, sarebbero 3240 le vittime civili registrate negli ultimi due anni.
"La giunta utilizza qualsiasi mezzo per intimidire e perfino uccidere, perché sa che se perderà la guerra, si sgretolerà un impero di oltre settant'anni fondato su profitti e violenza. Per questo chiediamo agli Stati Uniti di imporre sanzioni economiche, come ha fatto l'Unione europea, mentre la comunità internazionale deve riconoscere il Governo di unità: non siamo cittadini di serie B", dichiara Yimon Win Pe, esponente della comunità birmana in Italia, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa "Dire".
L'opposizione alla giunta militare "riguarda tutta la popolazione, senza distinzione d'età, genere o professione". Ma in Myanmar si combatte anche una guerra -aggiunge- che "ha causato enormi perdite nell'esercito, che ora sta richiamando a combattere anche i militari in pensione. Se prima del golpe si verificano scontri a macchia di leopardo" fra singoli gruppi etnici armati, oggi "il conflitto è esteso a livello nazionale. Il Paese è in fiamme".
La Assistance Association for Political Prisoners (Aapp) del Myanmar stima negli ultimi 26 mesi oltre 21.000 arresti, di cui quasi 17.500 di persone sono ancora in stato di detenzione, alcune delle quali hanno già ricevuto una sentenza di condanna. Tra loro tanti politici, tra cui il leader del partito vincitore alle urne, il Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, condannata a quindici anni di carcere. Ammontano invece a 3866 le scarcerazioni e sono 3240 le vittime.
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