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CLARA MOSCHINI

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Cnsas: oltre 10 mila missioni di soccorso nel 2022

Nel 43% dei casi intervento con il supporto di un mezzo aereo -ALLEGATO

Il Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico (Cnsas), ente che effettua soccorsi tecnici -sanitari e non- in ambiente montano, in grotta e negli ambienti impervi del territorio nazionale con 7000 operatori altamente specializzati, presenta il report delle attività svolte nel corso del 2022. Le varie attività, svolte con il Servizio sanitario nazionale/sistema 118, sono state finalizzate a garantire il soccorso e l’assistenza immediata ai soggetti infortunati, alle persone in difficoltà, ai soggetti in imminente pericolo di vita o a rischio di evoluzione sanitaria, alla ricerca ed al soccorso dei dispersi ed al recupero dei caduti. 

I numeri complessivi del 2022

Nel corso dello scorso anno il Soccorso alpino e speleologico è intervenuto per 10.367 missioni di soccorso con un incremento del 9,8% rispetto al 2021. Rispetto all’organico complessivo del Soccorso alpino e speleologico, costantemente superiore ai 7000 tecnici negli ultimi anni, nel 2022 sono state impegnate in operazione di soccorso oltre 185 mila ore/uomo suddivise in 31.262 giornate/uomo. Il dato più significativo è, dunque, quello dei 41.057 tecnici impegnati nelle varie missioni di soccorso, volontari che garantiscono un’attività operativa 24 ore su 24, 365 giorni all’anno. Importante, in questo contesto, anche l’impegno delle unità cinofile del Cnsas chiamate ad operare 263 volte in eventi valanghivi e ricerca persone disperse. 

Le cause degli interventi sono dovute principalmente a tre fattori: la caduta/scivolata (45,9% degli interventi), l’incapacità durante l’attività svolta (26,3%) ed il malore (13,7%). Seguono con valori decisamente più contenuti il maltempo (3,7%) e lo shock anafilattico (0,80%).

Le attività svolte durante gli incidenti

Le attività maggiormente coinvolte e cause degli incidenti e relativi infortuni sono l’escursionismo (50,2% dei casi), la mountain bike (9,0%, con un trend in forte crescita di anno in anno negli ultimi 5 anni), lo sci alpino (7,8%), l’alpinismo classico (5,4%) e la ricerca di funghi (4,2%). Diversi gli interventi durante l’attività venatoria (1,1%).

Lo stato fisico delle persone soccorse

 Nel 2022 hanno perso la vita in ambiente impervio 444 persone con un importante incremento rispetto al 2021 (+13,5%). 4297 sono state le persone recuperate ferite in modo leggero, 1298 i feriti gravi, 228 i feriti con compromesse funzioni vitali, 3714 gli illesi (persone in difficoltà a causa delle condizioni morfologiche, dello stato dei terreni come la presenza di neve e/o ghiaccio al suolo, oppure per incapacità e/o inadeguatezza dell’attrezzatura, calzature o abbigliamento a seguito) e 84 i dispersi. 

 L’identikit delle persone soccorse

È rappresentato da un uomo italiano tra i 50 ed i 60 anni, leggermente ferito dopo essere scivolato in un’escursione durante il mese di agosto. Queste le principali caratteristiche delle persone soccorse:

Nazionalità: 84,7% Italia; 6,1% Germania; 1,1% Francia.

Età: 16,73% tra i 50 ed i 60 anni, 13,40% tra i 60 ed i 70 anni; 12,80% tra i 20 ed i 30 anni ed oltre i 70 anni l’11,54%.

Sesso: 68,1% maschi, 31,9% femmine.

Iscrizione al Club alpino italiano (Cai): 9215 non soci e 910 soci.

Quando e dove intervengono i soccorsi

Il 50% degli interventi del Soccorso alpino e speleologico si concentra nei mesi estivi di giugno (9,5%), luglio (14,6%), agosto (16%) e settembre (10,1%). Numeri confermati dalla tipologia principale di attività svolta dalle persone soccorse -l’escursionismo- che, per l’appunto, è svolta maggiormente durante i mesi più caldi dell’anno.

Questa la ripartizione su base territoriale dei 10367 interventi:

Abruzzo: 1,6%

Alto Adige (Provincia autonoma di Bolzano): 11,5%

Basilicata: 0,1%

Calabria: 0,4%

Campania: 1,1%

Emilia-Romagna: 5,2%

Friuli-Venezia Giulia: 3,9%

Lazio: 1,7%

Liguria: 4,5%

Lombardia: 14,2%

Marche: 1,7%

Molise: 0,2%

Piemonte: 20,2%

Puglia: 0,1%

Sardegna: 1,4%

Sicilia: 1,2%

Toscana: 3,4%

Trentino (provincia autonoma di Trento): 13,3%

Umbria: 2,9%

Valle d’Aosta: dati 2022 non disponibili

Veneto: 11,4%.

Gli interventi con l’utilizzo di elicotteri

Nel 43% dei casi (4439 interventi) il Soccorso alpino e speleologico è intervenuto con il supporto di un mezzo aereo. Nella quasi totalità di questi casi specifici (4034 interventi pari al 90,9% degli interventi con mezzo aereo) a bordo di un elicottero del Servizio sanitario regionale e provinciale del 118, nelle restanti casistiche a bordo di elicotteri di altri enti dello Stato con i quali il Cnsas collabora, tra questi: Vigili del Fuoco (164 interventi con un loro mezzo aereo), mezzi Search and Rescue (42), protezione civile (39), Guardia di Finanza (24), Polizia di Stato (24) e Carabinieri (2). 

Le maxiemergenze nel 2022

Dopo un biennio caratterizzato dall’assenza di maxi-emergenze -se non quella sanitaria legata al Covid-19- l’operato 2022 del Cnsas è stato segnato dalla tragedia accaduta il 3 luglio sul ghiacciaio della Marmolada: un grosso seracco della parte sommitale del ghiacciaio si è staccato improvvisamente creando una valanga di ghiaccio e roccia che ha colpito diverse cordate di alpinisti impegnate sulla via normale. 11 vittime, di cui 2 Guide Alpine, e 8 feriti. Pressoché immediato l’intervento del Soccorso alpino e speleologico del Veneto, del Trentino e dell’Alto Adige con il correlato sistema 112/118, coadiuvato successivamente dagli Enti dello Stato. Nella sola giornata del 3 luglio sono stati presenti nell’area considerata 10 elicotteri e decine di soccorritori. A seguire, ulteriori 9 giorni di ricerca dei dispersi, ricerche caratterizzate anche dall’impiego di droni del Cnsas. 

A questa maxi-emergenza, alla fine dell’anno, si sono aggiunti l’intervento nelle Marche che ha provocato 12 vittime, una donna dispersa e 50 feriti, e l’intervento sull’Isola di Ischia durante il mese di novembre: dopo un forte nubifragio che ha colpito Ischia causando l’imponente frana venuta giù dal Monte Epomeo, il Soccorso alpino e speleologico, in coordinamento con la Protezione Civile, è stato impegnato nelle attività di ricerca e soccorso e supporto alla popolazione. Le attività del Soccorso alpino e speleologico campano -supportato da personale del Cnsas proveniente da altre regioni- sono andate avanti ininterrottamente per 11 giorni, fino alla giornata del 6 dicembre 2022. 

Alcune considerazioni finali

L’anno appena trascorso è stato finalmente caratterizzato da quattro stagioni senza alcuna restrizione relativa alla fase pandemica. Sebbene l’escursionismo resti la prima fattispecie di attività durante la quale avvengono gli incidenti in montagna, non si può non sottolineare il dato più eclatante ed in controtendenza che caratterizza l’ultimo triennio di attività: si tratta della rapida crescita degli incidenti in mountain bike, che nell’ultimo anno hanno raggiunto quota 915. Una crescita a doppia cifra (+15% in due anni) che vede la propria spiegazione nel rapido diffondersi delle e-bike, le biciclette elettriche, che stanno avvicinando alla montagna numerosissimi nuovi appassionati e turisti.

La versione integrale del report sulle attività di soccorso 2022 del Cnsas (11 pagine con tabelle) è allegata a questa AVIONEWS.

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