Russia-Ucraina: un anno dalla guerra
Attesa offensiva russa in primavera, mentre Cina ed Usa lavorano alla pace
Sono passati 365 giorni dall'inizio della guerra tra Russia ed Ucraina. Era il 24 febbraio 2022: quella notte mezzi e soldati delle forze armate di Mosca penetrarono in territorio nemico, per quello che doveva essere un "conflitto lampo", che avrebbe dovuto portare alla presa della capitale Kiev ed alla sostituzione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky con un esecutivo filorusso. Nulla di tutto questo è accaduto. La pace è lontana. E mentre il Cremlino prepara un'offensiva militare in primavera, la Nato fornisce armamenti a Kiev per resistere.
Tutto era iniziato la sera del 21 febbraio 2022. Poco dopo le 20:00 ora italiana il presidente russo Vladimir Putin pronunciò un discorso rivolto alla Nazione, che gettava le basi dell'"Operazione speciale" in Ucraina, il cui principale obiettivo era il riconoscimento delle due Repubbliche separatiste di Donetsk e di Lugansk.
La reazione dell'Occidente fu immediata. Il 22 e 23 febbraio furono giorni di frenetiche consultazioni che portarono al varo delle prime sanzioni economiche contro la Russia. Si trattava di un approccio destinato a tenere aperta la porta del negoziato di pace, ma per Putin fu una provocazione che lo spinse a passare all'azione. E così il 24 febbraio, alle ore 3:00 di notte, fu chiuso lo spazio aereo ucraino, mentre aeromobili e veicoli militari russi invadevano il Paese.
Oggi molti si augurano che l'intervento di Cina e Stati Uniti possa essere decisivo per trovare una soluzione diplomatica al conflitto. Tuttavia, Pechino fin da subito aveva accusato la North Atlantic Treaty Organization (Nato) di aver spinto la Russia al conflitto. Mentre Mosca voleva dal Dragone assistenza militare ed economica, ad agosto la Cina chiedeva un cessate il fuoco e la ripresa del dialogo.
Il mondo appare oggi diviso in blocchi. Lo ha dimostrato la votazione alla risoluzione delle Nazioni Unite (Onu) che condannava le annessioni illegali di territori ucraini alla Federazione russa: a favore 143 Paesi, 5 contrari, 35 astenuti, tra cui due superpotenze come Cina ed India. Secondo fonti diplomatiche consultate da AVIONEWS, qualora la Cina riuscisse a riportare Mosca al tavolo negoziale, nei prossimi anni la Russia entrerebbe nell'orbita della Cina, determinando un'ulteriore frattura con l'Europa, culturalmente vicina alla Russia e sbocco commerciale della Via della seta.
AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency