Presentazione alla Camera di Cyber Security Italy Foundation
Davanti ad istituzioni, imprese, rappresentanti ed esperti
Una piattaforma che consenta al cittadino di segnalare situazioni dubbie e rischi rispetto a potenziali attacchi nella sfera digitale ed un osservatorio operativo che mappi competenze e professionalità del Paese nel settore cibernetico ed individui le migliori tecnologia italiane in materia. Sono queste le nuove sfide della Cyber Security Italy Foundation, la prima fondazione no-profit italiana sul mondo cibernetico, presentata ufficialmente ieri mattina a Roma, nella sala Matteotti di palazzo Theodoli, nel cuore delle Istituzioni, alla presenza di numerosi esponenti della PA, delle imprese, dell’’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) e di esperti in materia cyber.
Ha aperto i lavori il presidente della Fondazione Marco Gabriele Proietti che ha ricordato i valori e gli scopi dell’ente no-profit, lasciando poi la moderazione della giornata al direttore tecnico-scientifico, Angelo Tofalo, già sottosegretario alla Difesa.
A fare gli onori di casa l’onorevole Alessandro Colucci dell’ufficio di Presidenza della Camera che ha annunciato la nascita dell’Intergruppo parlamentare sulla cybersecurity, chiedendo alla Cyber Security Italy Foundation di diventarne il comitato scientifico. “Sono convinto -ha spiegato- che la politica debba avere la responsabilità di dedicare del tempo per portare all’attenzione del Governo questioni come questa che è diventata ormai un'emergenza di sicurezza interna ed esterna. Camera e Senato con le loro rappresentanze di maggioranza e di opposizione devono portare nelle commissioni e nelle aule delle risposte che in questa legislatura sono necessarie”.
È poi intervenuto il senatore Marco Silvestroni, segretario di presidenza, evidenziando che “l’Italia è al centro della guerra dei dati. Nell'era del 5G i conflitti si causano con l’obiettivo di avere più dati. Siamo davanti ad un pericolo non solo per governi e grandi aziende ma anche per le piccole e medie imprese e per i singoli cittadini. Il tema è decisamente sottovalutato e la politica si deve unire per affrontare quello che è oggi un problema nazionale. Ben vengano dunque realtà ed eventi come questo che puntano alla diffusione della cultura cyber: il futuro della nostra Nazione deve essere fondato sulla meritocrazia e sulla preparazione”.
“La sicurezza cibernetica non è e non deve essere un tema di nicchia”, ha spiegato invece l’onorevole Giuseppe Bicchielli nel suo intervento. “La Fondazione si sta occupando di una tematica centrale per il Paese. Tutti noi siamo coinvolti nella materia cibernetica. Non abbiamo cultura di cosa significa vivere in una realtà digitale e digitalizzata. È una questione di sovranità nazionale. Per un sistema come quello cibernetico, il fatto che gli hardware e i sistemi operativi non sono in mano ad aziende italiane rappresenta una criticità".
È stato poi il turno di Ivano Gabrielli, direttore del Servizio della polizia postale e delle comunicazioni, che ha ricordato come l’Italia rappresenti “un modello per la cybersicurezza all'avanguardia con un'architettura significativa. Il nostro Paese può vantare un comparto di intelligence strutturato, una difesa particolarmente attrezzata che sta sviluppando capacità operative e una struttura di law enforcement, la Polizia postale, che da 25 anni si occupa di cyber sicurezza con una presenza territoriale che risponde al costante bisogno di sicurezza prossima. Ogni giorno ci si deve confrontare con una minaccia che per definizione è ibrida, particolarmente insidiosa, ha peculiarità di transnazionalità e di criminalità organizzata”.
A Gabrielli hanno fatto eco dapprima il CV Andrea Micheli, responsabile del Cert Difesa, e poi Nunzia Ciardi, vice-direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale che ha sottolineato come “la nuova realtà è la digitalizzazione. Non c'è un segmento delle nostre vite che non sia digitalizzato e quindi a rischio sicurezza. Sappiamo quanto si faccia fatica ad avere una vera cultura della sicurezza cyber e per questo realtà e iniziative come quelle della Fondazione sono benvenute perché contribuiscono a uno sforzo immane di diffusione della cultura della sicurezza. Rappresentano un’ulteriore possibilità di capillarizzare la sensibilità su questo tema”.
In chiusura dei lavori, l’intervento del sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli: “Cybersicurezza è ancora oggi una parola ancora troppo poco conosciuta dall'opinione pubblica, mentre è necessario che diventi sempre più di dominio pubblico. Si dovrebbe anche da un punto di vista politico cercare di intervenire sull'opinione pubblica, facendo conoscere la cybersicurezza ma soprattutto l'importanza di custodire realmente tutto ciò che è fondamentale per i nostri sistemi informatici: tutto passa dal digitale”.
Presenti in sala, tra gli altri, gli onorevoli Nino Foti, Alessio Mattia Villarosa, già sottosegretario al Mef (Economia e finanza), e Calogero Pisano, dirigenti di università pubbliche e private, amministratori delegati delle principali aziende del settore cyber, ed alcuni dei componenti della Fondazione: Matteo Macina, Massimo Ravenna -entrambi intervenuti nel dibattito- Tiziano Li Piani, Luciano Ricci, Nicola Paolino, Alessandro Andriani, Simone Buonporto, Francesco Ago, Stefano Balestieri, Gino Tozzi.
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