La situazione del traffico aereo negli Stati Uniti è in deciso miglioramento. Nella sola giornata di ieri erano sono stati cancellati oltre 1200 voli, mentre altri 8000 hanno accumulato diverse ore di ritardo, costringendo almeno 150.000 passeggeri a rinunciare al proprio viaggio. Escluso al momento un cyber attacco. Adesso il Paese si interroga sulle cause del guasto informatico che ha bloccato il sistema aereo. 

Questa decisione era stata presa dalla Federal Aviation Administration (Faa) statunitense martedì sera (le 8:28 a Washington, le 2:28 di mercoledì mattina in Italia) a causa di un problema informatico durato quasi 12 ore. Ad andare in tilt era stato il sistema Notams (Notice To Air Missions), ossia i bollettini informativi sulla situazione negli aeroporti, la condizione delle piste, il meteo. 

Ad un certo punto i messaggi sono stati trasmessi via telefono, cosa che non accadeva da anni, nella speranza che il sistema si sarebbe ripreso, ma così non è stato. Alle prime ore del mattino di mercoledì, con centinaia di voli in programma ogni cinque minuti dagli aeroporti statunitensi, Faa ha deciso di fermare le operazioni negli aeroporti, consentendo solo quelli sanitari e militari.

Il presidente Joe Biden ha chiesto al dipartimento dei trasporti degli Stati Uniti di condurre un’indagine completa sulle cause del malfunzionamento. La Casa Bianca ha dichiarato che non ci sono prove che dietro al guasto ci sia un attacco hacker. Sotto accusa per ora finisce l’infrastruttura digitale della Faa: una piattaforma che gestisce il flusso informatico considerata datata ed appesantita da sistemi differenti implementati.