Discorso di fine anno Mattarella: le parole sulla guerra
"Se 2022 è stato l'inizio, sforziamoci affinché 2023 sia quello della fine delle ostilità"
La pace e la guerra sono stati i due cardini intorno a cui ruotava tutto il discorso di fine anno del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Con le sue parole il capo del Quirinale, che per Costituzione ha il comando delle Forze armate e presiede il Consiglio supremo di difesa, ha ribadito la vicinanza dell'Italia a Kiev nella guerra contro la Russia e la necessità di negoziare la fine del conflitto il prima possibile.
"Siamo in attesa di accogliere il nuovo anno ma anche in queste ore il pensiero non riesce a distogliersi dalla guerra che sta insanguinando il nostro continente. Il 2022 è stato l’anno della folle guerra scatenata dalla Federazione russa. La risposta dell’Italia, dell’Europa e dell’Occidente è stata un pieno sostegno al Paese aggredito ed al popolo ucraino, il quale con coraggio sta difendendo la propria libertà ed i propri diritti", sono le parole di Mattarella.
"Se questo è stato l’anno della guerra -ha aggiunto il presidente- dobbiamo concentrare gli sforzi affinché il 2023 sia l’anno della fine delle ostilità, del silenzio delle armi, del fermarsi di questa disumana scia di sangue, di morti, di sofferenze. La pace è parte fondativa dell’identità europea e, fin dall’inizio del conflitto, l’Europa cerca spiragli per raggiungerla nella giustizia e nella libertà".
"Si prova profonda tristezza -ha proseguito Mattarella- per le tante vite umane perdute e perché, ogni giorno, vengono distrutte case, ospedali, scuole, teatri, trasformando città e Paesi in un cumulo di rovine. Vengono bruciate, per armamenti, immani quantità di risorse finanziarie che, se destinate alla fame nel mondo, alla lotta alle malattie o alla povertà, sarebbero di sollievo per l’umanità".
"Di questi ulteriori gravi danni -ha precisato il presidente- la responsabilità ricade interamente su chi ha aggredito e non su chi si difende o su chi lo aiuta a difendersi. Pensiamoci: se l’aggressione avesse successo, altre la seguirebbero, con altre guerre, dai confini imprevedibili. Non ci rassegniamo a questo presente. Il futuro non può essere questo".
"La speranza di pace è fondata anche sul rifiuto di una visione che fa tornare indietro la storia, di un oscurantismo fuori dal tempo e dalla ragione. Si basa soprattutto -ha concluso Mattarella- sulla forza della libertà. Sulla volontà di affermare la civiltà dei diritti. Qualcosa che è radicato nel cuore delle donne e degli uomini. Ancor più forte nelle nuove generazioni".
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