Aeroporto Venezia: tensioni Save-comune
Tassa di sbarco alimenta lo scontro tra gestore e sindaco
L'introduzione di una tassa d'imbarco pari a 2,50 Euro sul biglietto aereo acquistato da aprile 2023 da ogni passeggero in partenza dall'aeroporto di Venezia alimenta le tensioni tra il sindaco Luigi Brugnaro, ed il presidente di Save, Enrico Marchi, che guida la società di gestione dello scalo "Marco Polo" di Tessera. Il nuovo balzello per cittadini e turisti è una proposta del Comune di Venezia.
Si tratta di una decisione prevista dal Governo italiano, che riguarda le grandi città alle prese con gli extracosti derivanti dal turismo di massa. Alcuni grandi nuclei urbani l'hanno già adottata, altri lo faranno presto. In ogni caso parte di questi 2,50 Euro andranno a finire in tasca al gestore aeroportuale.
Già oggi una buona parte del costo del biglietto finisce nelle casse di Save: i "corrispettivi di sicurezza" per ogni passeggero e bagaglio a mano (3,73 Euro), la valigia in stiva (1,22 Euro), l'affitto dei jet bridge (fino a 450 Euro per una sosta di un'ora e mezza), il noleggio dei banchi check-in (2198 Euro al mese), la sosta nei parcheggi, gli affitti dei negozi in aerostazione, l'utilizzo dei terreni aeroportuali.
Una situazione che ha determinato rapporti altalenanti tra il presidente Marchi e gli amministratori locali: da Massimo Cacciari che sosteneva che alcuni costi li doveva direttamente la società aeroportuale, a Giorgio Orsoni, protagonista di scontri furibondi. Adesso con Brugnaro lo scontro sulla tassa di sbarco.
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