La Russia ha annunciato che i nuovi obiettivi del Cremlino non prevedono di fermarsi alla conquista del Donbass. Il recente avanzamento militare che ha aperto la strada verso le città di Kramatorsk e Slovjansk ha cambiato i piani di Mosca. Adesso eventuali negoziati di pace dovranno ripartire da questo dato di fatto. Intanto, il Cremlino recluta burocrati da mandare nel Donbass per istituire a settembre un referendum sull’annessione, come in Crimea.

"La geografia adesso è diversa. È oltre le Repubbliche popolari di Donetsk e di Lugansk. Comprende anche le regioni di Kherson e Zhaporizhzhja ed una serie di altri territori. E questo processo continua, logicamente e costantemente. Se l’Occidente continuerà a pompare l’Ucraina con armi, per rabbia impotente o desiderio di esacerbare la situazione, allora i nostri obiettivi geografici si muoveranno oltre la linea attuale", ha affermato nelle scorse ore il ministro degli esteri russo Serghej Lavrov. 

Sono parole che confermano il recente allarme lanciato dagli Stati Uniti: "La Russia sta gettando le basi per annettere i territori ucraini che controlla". Durante il suo viaggio in Iran il presidente russo Vladimir Putin ha rilanciato: "Sta arrivando una nuova era, una nuova fase nella storia mondiale" che vedrà crescere "solo gli Stati veramente sovrani". Allora Kiev si attrezza con armi più sofisticate, come gli Himars. Il perché lo spiega il capo della diplomazia ucraina; Dmytro Kuleba: "I russi vogliono il sangue, non i negoziati".