Aerei. Tensioni commerciali Usa-Europa: Airbus valuta l'impatto sui piani futuri
Il riconfermato ceo Guillaume Faury ammette incertezza, ma al momento la produzione resta invariata

Permangono le preoccupazioni per i dazi e le ripercussioni sulla domanda e sulla catena di fornitura. Le dichiarazioni rese ieri all'assemblea generale annuale Airbus tenutasi ad Amsterdam
In occasione dell'assemblea generale annuale (Agm) tenutasi ieri 15 aprile ad Amsterdam (vedi AVIONEWS), il ceo di Airbus, Guillaume Faury, ha espresso la preoccupazione del colosso aerospaziale europeo riguardo al potenziale impatto delle tariffe imposte o ritorsive dagli Stati Uniti sul proprio business. Faury ha sottolineato come lo scenario globale sia "complesso e in rapida evoluzione", menzionando esplicitamente la decisione della Cina di bloccare le consegne di Boeing ai vettori aerei cinesi (vedi notizia AVIONEWS) come un elemento di ulteriore incertezza. "La guerra commerciale rappresenta un nuovo rischio per Airbus, la cui dimensione e rapidità di evoluzione sono ancora in fase di valutazione," ha dichiarato l'ad agli azionisti, come riportato da fonti vicine all'azienda. Nonostante questa nebulosità, Airbus al momento non prevede modifiche ai propri piani di incremento della produzione. L'obiettivo di raggiungere una produzione mensile di 75 aerei della famiglia A-320neo entro il 2027 e di 14 A-220 nel 2026 rimane confermato.
Il numero uno del colosso europeo ha chiarito che "i dazi doganali sono oneri all'importazione, a carico di chi importa, quindi dei nostri clienti". Tuttavia, l'azienda è in stretto contatto con le compagnie aeree per analizzare congiuntamente le possibili strategie di gestione di questa situazione, sottolineando la necessità di "comprendere la natura delle tariffe". Airbus infatti importa negli Stati Uniti componenti destinati alle sue linee di assemblaggio finale di Mobile, in Alabama: nonostante sia un costruttore europeo è quindi in alcuni casi potenzialmente soggetto ad eventuali contromisure sui dazi all'America. Tra le possibili azioni di mitigazione, Faury ha accennato alla possibilità di "modificare le destinazioni delle consegne," valutando attentamente "cosa consegniamo a chi e quando".
Le apprensioni manifestate all'Agm non rimangono isolate nel panorama del trasporto aereo. Già nelle scorse settimane, figure di spicco del settore avevano espresso timori analoghi. Ad esempio, il numero uno di Delta Air Lines, Ed Bastian, aveva chiaramente indicato la sua indisponibilità a ricevere aeromobili gravati da eventuali dazi. Un'eco simile era giunta dall'Europa, per bocca del ceo di Ryanair, Michael O'Leary, il cui gruppo è un rilevante cliente di Boeing, che aveva prospettato la possibilità di rinvii nelle consegne dei -737/8 qualora fossero stati interessati da contromisure tariffarie europee. In risposta a questo clima di incertezza, diversi vettori aerei starebbero internamente analizzando possibili contromosse. Tra queste, Lufthansa starebbe considerando l'opzione di immatricolare in Svizzera i nuovi Boeing -787 in arrivo con l'obiettivo di eludere potenziali tariffe imposte dall'Ue sugli aerei del costruttore americano.
Parallelamente alle tensioni commerciali, il management di Airbus ha ribadito che le problematiche relative alla catena di approvvigionamento continuano a rappresentare la sfida principale per la divisione aerea commerciale. Un punto critico è rappresentato dai significativi ritardi nelle forniture dei motori CFM International Leap 1A. Lo stesso Faury ha ammesso che attualmente tra i 25 e i 30 velivoli della famiglia A-320neo sono fermi in attesa dei propulsori. Tuttavia, la dirigenza si mostra ottimista per una sensibile riduzione di questa cifra nella seconda metà dell'anno in corso, con l'obiettivo di minimizzare il numero di aeromobili completi ma non operativi entro la fine del 2025. A tal proposito, è stato ricordato un precedente del 2018, quando ritardi nelle consegne dei motori Pratt & Whitney PW1100G avevano temporaneamente bloccato un centinaio di aeromobili, poi quasi interamente consegnati entro la fine dell'anno.
Sul fronte delle strategie aziendali, il direttore finanziario di Airbus, Thomas Toepfer, ha comunicato che la finalizzazione dell'acquisizione della quota di lavoro di Spirit AeroSystems relativa ad Airbus è prevista entro la fine di maggio, con una potenziale conclusione dell'operazione entro il primo giorno di luglio. Spirit AeroSystems riveste un ruolo cruciale nella produzione di ali e della sezione centrale della fusoliera per l'A-220, oltre a fabbricare componenti chiave per l'A-350.
Proiettandosi al futuro, Airbus ha ribadito i piani per lo sviluppo di un successore della famiglia A-320neo, la cui introduzione sul mercato è programmata per la seconda metà del prossimo decennio. Questo nuovo aeromobile punta ad una riduzione dei consumi di carburante del 25-30%, ottenuta principalmente attraverso l'alleggerimento della struttura, l'adozione di motori di nuova generazione e l'impiego di ali allungate e ripiegabili. L'ad ha inoltre fatto cenno a progetti di miglioramento "meno noti" riguardanti gli aeromobili di lungo raggio, focalizzati anch'essi sull'incremento dell'efficienza e sull'utilizzo di carburanti sostenibili per l'aviazione.
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