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Chiusura spazio aereo russo provoca aumento emissioni del trasporto aereo

La misura, costringendo a deviazioni di rotta sostanziali, ha pesato su CO2 emesso globalmente

Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista "Communications Earth & Environment", affiliata a "Nature", l’esclusione dei velivoli russi dallo spazio aereo occidentale –in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022– ha costretto le compagnie aeree europee ad operare deviazioni sostanziali, con conseguenze rilevabili sulle emissioni globali di CO2 del trasporto aereo nel 2023.

I divieti imposti dai Paesi membri della Nato e dell’Unione europea hanno fatto sì che i vettori europei dovessero evitare non solo lo spazio aereo russo, ma anche quello ucraino e bielorusso. Ciò ha comportato la necessità di instradare i voli su rotte alternative, passando attraverso l’Asia centrale o l’Artico, per collegare destinazioni strategiche come Pechino, Tokyo e Seoul. Questa imposizione di rotta ha comportato un aumento medio della distanza di volo, che si traduce in un incremento delle emissioni di CO₂. 

Gli autori dello studio hanno analizzato 750.000 viaggi aerei effettuati tra marzo 2022 e dicembre 2023 –equivalenti a circa 1100 voli al giorno su una media globale di 90.000 collegamenti aerei quotidiani. I risultati evidenziano che a causa di questi dirottamenti, le emissioni del trasporto aereo sono aumentate di circa 8,2 milioni di tonnellate di CO₂ nel 2023, corrispondenti ad un incremento dell’1% rispetto ad uno scenario privo di tali restrizioni. In termini pratici, ogni volo dirottato ha emesso in media 18 tonnellate in più di CO₂, quantità paragonabile a quella tipica di un volo a corto raggio.

Altri fattori e prospettive
Le analisi suggeriscono che, se da un lato il divieto di sorvolo ha comportato deviazioni più lunghe, dall’altro le compagnie russe, operando meno voli a lungo raggio dal 2022, potrebbero aver contribuito a contenere le emissioni. Inoltre, alcuni operatori hanno preferito optare per scali intermedi in Medio Oriente, una soluzione che risulta economicamente vantaggiosa rispetto ai collegamenti diretti e che, in alcuni casi, comporta una minore impronta di carbonio. Fonti internazionali, tra cui Federal Aviation Administration (Faa), e National Transportation Safety Board (Ntsb), sottolineano l’importanza di indagare ulteriormente su questi impatti per poter pianificare interventi mirati e strategie di riduzione delle emissioni nel settore aereo. Tali studi sono cruciali per informare le politiche ambientali e contribuire agli sforzi globali per la decarbonizzazione del trasporto aereo, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo.


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AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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