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Atene trasferirà alcuni suoi sistemi antiaerei all'Armenia

Sposando la strategia di Parigi sostiene Yerevan, si disfa di armamenti russi e modernizza la sua Difesa

Atene, stando a quanto riportato dalle autorità della difesa nazionale greca (Geetha), ha intenzione di eliminare progressivamente i suoi armamenti di fabbricazione russa, sostituendoli con tecnologie più moderne come parte di una più ampia spinta per modernizzare le sue capacità militari. Nell'ambito di questo programma sta progettando di trasferire alcuni dei suoi sistemi di difesa antiaerea all'Armenia. 

Nel contesto di questo rinnovamento, la Grecia sta sviluppando un sistema di difesa aerea multilivello, destinato a contrastare minacce che variano dai droni ai missili balistici, con un investimento di circa 2 miliardi di euro. Tali sistemi saranno principalmente forniti da Israele, e includono soluzioni avanzate come l'Iron Dome (il sistema d'arma mobile impiegato in Israele per la difesa antimissile) e il David's Sling (dispositivo per la tifesa antimissile intermedia).

Per la Grecia, rafforzare Yerevan è una scelta strategica per molte ragioni. Primi fra tutti i legami di alleanza molto stretti tra i due Paesi anche nella storia recente, ma anche per le convinzioni religiose comuni. Inoltre, un’Armenia forte all’esterno costituirà un ottimo contrappeso all’intransigenza turca, che sostiene apertamente l’Azerbaigian. Il trasferimento poi sposerebbe anche la strategia di Parigi, che ha promesso di equipaggiare l'Armenia con moderni sistemi radar Thales GM-200 e missili a corto raggio Mbda, elevando così il livello delle difese armene. 

I sistemi d'arma candidati alla concessione all'Armena sono principalmente antiaerei e sono in forza nell'esercito e nell'aeronautica militare ellenici, ovvero il sistema missilistico russo S-300, e i missili antiaerei TOR M-1 e OSA-AK. Nella decisione di concederli a Yerevan ha giocato un ruolo catalizzatore anche il fatto che molti dei pezzi di ricambio necessari per la loro manutenzione sono di provenienza armena, che ne ha dunque disponibilità. La manutenzione di questi sistemi ha infatti rappresentato il problema più grande per le forze armate greche, soprattutto dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e l'embargo imposto alla Russia. L'S-300, che la Grecia acquisì nella versione S-300 PMU-1 nei primi anni '90, è caratterizzato da capacità di intercettazione a lungo raggio, con una portata di circa 195 km e la possibilità di ingaggiare simultaneamente fino a sei obiettivi aerei, tra cui velivoli, droni e missili.

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AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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