Presto a convegno la Difesa europea tra dominio navale e sfide tecnologiche
I lavori il 19 ottobre nella conferenza “La battaglia di Pavia e il futuro della difesa europea (1525-2025)”
L’edizione 2024 si concentra sul potere navale e sul diritto alla libera navigazione, e dunque tanto sulla dimensione marittima della guerra in Ucraina quanto sulle sfide che caratterizzano questo dominio anche in altre aree, analizzando il ruolo che Italia, Europa e Nato vi svolgeranno
Aspen Institute Italia con la collaborazione della Marina militare, del Comune di Pavia, di Intesa Sanpaolo e dell’Università degli Studi di Pavia, e con il contributo di Eni, Fondazione Banca del Monte di Lombardia e Leonardo, organizza il prossimo 19 ottobre a Pavia presso il Castello Visconteo, la terza edizione della Conferenza internazionale “La battaglia di Pavia e il futuro della difesa europea (1525-2025)”.
Interverranno Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, e Guido Crosetto, ministro della Difesa, con un videomessaggio. Alla data, prevista la presenza di massimi rappresentanti militari, civili, istituzionali e scientifici sia in campo nazionale che internazionale.
L’edizione 2024 si concentra sul potere navale e sul diritto alla libera navigazione, e dunque tanto sulla dimensione marittima della guerra in Ucraina quanto sulle sfide che caratterizzano questo dominio anche in altre aree, analizzando il ruolo che Italia, Europa e Nato vi svolgeranno. Per questa ragione, la conferenza e il Rapporto che è stato elaborato per l’occasione si sono avvalsi della collaborazione della Marina militare.
Al centro del dibattito, il futuro della difesa europea che ha bisogno oggi di passi in avanti concreti in diversi campi, fra cui certamente si annovera il dominio navale. Del resto, capisaldi dell’economia mondiale, quali porti, piattaforme petrolifere, gasdotti, oleodotti e cavi sottomarini sono soggetti a crescenti minacce determinate dalla competizione internazionale e rese più frequenti anche a causa del cambiamento climatico. Come ha dimostrato il conflitto russo-ucraino, non si puòsottovalutare inoltre il ruolo che le tecnologie cosiddette “disruptive” stanno già avendo sul campo per tutte le forze armate.
In tale contesto, è evidente come la difesa europea nel dominio marittimo richieda la cooperazione di più attori, dalle marine nazionali alle guardie costiere, dall’industria alle aziende energetiche. Del resto, la base industriale della difesa rimane un fattore chiave nella competizione internazionale: basti pensare a quanto le capacità di produzione di munizionamento e di polvere da sparo siano determinanti nel conflitto russo-ucraino. In Europa sarà necessario spendere di più e meglio,individuando con urgenza priorità e approcci condivisi.
Intanto, il drastico cambio di priorità nella difesa, determinato dai conflitti in atto, ha già innescato mutamenti epocali. Anche senza gli StatiUniti, che rappresentano ancora il principale attore dell’investimento in questo campo con circa 875 miliardi di dollari (810 miliardi di Euro) spesi lo scorso anno, nel 2023 gli alleati europei della Nato hanno investito in difesa circa 390 miliardi di Euro, in crescita del 19% rispetto all’anno precedente.
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