Il settore aeronautico è recentemente stato scosso da un'inchiesta della Procura di Brindisi che ha rivelato l'uso di materiali non conformi nella produzione di parti per l'aereo Boeing B-787 Dreamliner. Gli investigatori sospettano che le aziende Processi Speciali e Manifacturing Process Specification, entrambe situate a Brindisi, abbiano utilizzato alluminio e titanio di qualità inferiore rispetto a quello richiesto nei progetti originali.

Il fatto è emerso durante le indagini condotte a seguito del sequestro del patrimonio aziendale delle due società per accuse di bancarotta. Sono stati arrestati tre individui e denunciate altre quattro persone, tra cui Vincenzo Ingrosso e i suoi tre figli, oltre a Domenico Salamino, Salvatore D'Isanto e Sirio Virgilio Zecchini.

Secondo la Procura, le parti fabbricate con materiale scadente avrebbero compromesso la sicurezza dei velivoli, poiché aventi caratteristiche di resistenza statica sotto stress notevolmente inferiori. Una compromissione che potenzialmente poteva incidere sulla sicurezza anche in condizioni di atterraggio d'emergenza, aumentando il rischio di cedimenti strutturali. Inoltre, si indaga su possibili danni ambientali dovuti allo sversamento di rifiuti pericolosi nell'area industriale di Brindisi, aggravando il quadro delle violazioni.

Complessivamente, sono state sequestrate circa 6.000 componenti aeronautiche non a norma e 35 cisterne contenenti rifiuti pericolosi. Le indagini continuano per delineare l'intera portata degli impatti di queste pratiche, sia in termini di sicurezza aerea sia di salute ambientale. Le indagini a cui ha partecipato anche l’ americana FBI, sono state condotte anche con rogatoria internazionale negli Stati Uniti. A conclusione delle quali Boeing è stata sollecitata all’avvio di una campagna straordinaria di manutenzione degli aeromobili coinvolti.