Risorge settore aereo: il ruolo delle low-cost
Pressioni e sfide delle compagnie a basso costo in Italia
Negli ultimi tempi, le compagnie low-cost sono diventate protagoniste indiscusse della ripresa del settore aereo post-Covid, ma, come nota Enrico Marchi, presidente di Save, il panorama italiano mostra segnali di oligopolio. La società he gestisce gli aeroporti di Venezia, Treviso, Verona e Brescia, vede una competizione serrata tra pochi vettori aerei low-cost che dominano il mercato, influenzando così le dinamiche aeroportuali in Italia.
Il presidente, intervistato dal "Corriere della Sera", evidenzia una distorsione del mercato influenzata dai prezzi estremamente bassi, talvolta inferiori a quelli del trasporto ferroviario, come nel caso del collegamento Roma-Bari, che costa 15 Euro in aereo contro i 35 in treno. Questa politica di prezzi al ribasso, secondo Marchi, avrebbe ripercussioni negative sugli investimenti aeroportuali, riducendo la qualità dell'esperienza per i passeggeri ed impoverendo le infrastrutture.
L'aeroporto di Venezia, per esempio, con i suoi 75.000 metri quadrati di terminal, rappresenta un caso di eccellenza per spazio e servizi offerti. In questo contesto, Marchi propone una riflessione critica sul bisogno di regolamentazioni, nonostante la sua avversione per le misure dirigistiche. Suggerisce l'introduzione di standard minimi basati su indicatori qualitativi, come lo spazio disponibile per passeggero. Solo superando una certa soglia di qualità, gli aeroporti potrebbero incrementare i loro voli o essere incentivati ad investire in miglioramenti infrastrutturali.
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