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Aci Europe. Il rapporto Draghi rimette i trasporti sotto i riflettori

Con chiare priorità per lo sviluppo sostenibile delle infrastrutture

In risposta alla pubblicazione avvenuta ieri del rapporto Draghi sul "Futuro della competitività europea", Aci Europe ha approvato la sua analisi del settore dei trasporti ed accolto con favore le sue proposte per affrontare le sfide che interessano in particolare l'aviazione.

Allo stesso tempo, il suo documento è chiaro nel riconoscere che la decarbonizzazione è una precondizione per la futura crescita dei trasporti, con la spinta principale del rapporto in settori difficili da ridurre come l'aviazione, tutta rivolta a consentire la sua efficace decarbonizzazione, preservando e persino aumentando ulteriormente i suoi benefici socio-economici. Per raggiungere questo obiettivo, il rapporto chiede una politica più ambiziosa e congiunta insieme a maggiori investimenti, che Aci Europe sostiene da tempo, come riflesso nel suo manifesto dell'industria aeroportuale pubblicato lo scorso gennaio.

Aci Europe sostiene in particolare le seguenti proposte e sollecita la Commissione, il Consiglio ed il Parlamento europei ad agire in merito:

1) La necessità di migliorare e facilitare la pianificazione delle infrastrutture sia a livello Ue che nazionale, con particolare attenzione non solo all'intermodalità ma anche all'integrazione della pianificazione dei trasporti e dell'energia. Il rapporto Draghi raccomanda inoltre che i trasporti facciano parte dei piani nazionali per l'energia ed il clima (Necp, National Energy and Climate Plan), in cui gli Stati membri delineano le loro strategie per affrontare vari aspetti dell'unione energetica, inclusa la decarbonizzazione. Nel riconoscere che il settore pubblico non può finanziare da solo gli investimenti nei trasporti, Draghi chiede anche una regolamentazione chiara e stabile supportata da "solide garanzie" per garantire che i capitali del settore privato fluiscano nelle infrastrutture di trasporto.

Tutto ciò è particolarmente rilevante per gli aeroporti, in quanto dovranno adattare e sviluppare le loro strutture per consentire l'impiego sia di carburanti per l'aviazione sostenibili (Saf, Sustainable Aviation Fuel) sia di aeromobili ad emissioni zero in fase di sviluppo. Tutto ciò richiederà l'accesso ad enormi volumi di energia verde, che deve essere presa in considerazione nelle politiche e nella pianificazione energetica. La necessità di tale pianificazione è stata anche una delle principali conclusioni dell'Azea (Alliance for Zero Emission Aircraft) pubblicata a giugno.

2) L’imperativo di ottimizzare la capacità aeroportuale (“l’uso inefficace della capacità aeroportuale ha portato ad importanti colli di bottiglia”) attraverso la revisione del regolamento Ue sull’assegnazione degli slot aeroportuali, insieme alla necessità di deframmentare la gestione dello spazio aereo con l’effettiva attuazione del "Cielo unico europeo" ("Single European Sky").

Nel considerare che l'Europa ospita più della metà degli aeroporti più congestionati del mondo e che i suoi vettori aerei si stanno muovendo verso il consolidamento, non c'è dubbio che aggiornare le regole sugli slot aeroportuali, vecchie di 30 anni, sia un obbligo per proteggere l'integrità del nostro mercato unico dell'aviazione.

3) La necessità di ridurre ulteriormente i rischi e finanziare soluzioni di decarbonizzazione in settori difficili da ridurre, in particolare sostenendo gli investimenti nella decarbonizzazione dell'aviazione ed espandendo gli attuali meccanismi di finanziamento dell'Ue. Tutto ciò riflette gli enormi costi implicati nella transizione verde, che il rapporto Draghi stima in 61 miliardi di Euro all'anno per l'aviazione.

Aci Europe ritiene che tutto questo dovrebbe essere al centro di una politica industriale adeguata sui Saf, facilitando non solo il loro sviluppo, ma anche il loro impiego e prevedendo finanziamenti diretti in modo da colmare il divario di prezzo con i combustibili convenzionali.

red/f - 1260066

AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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