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Disastro aereo di Ustica: a 44 anni "manca ancora un pezzo"

Associazione parenti vittime: "Il claim di quest'anno descrive la cruda realtà" - VIDEO

Manca ancora un pezzo. Questo il tema con cui quest'anno si celebra il ricordo della strage di Ustica. Sono passati 44 anni da quanto avvenne l'incidente aereo costato la vita agli 81 italiani che si trovavano a bordo del velivolo Douglas Dc-9 (marche I-TIGI) operato dall'aerolinea Itavia. Manca una tessera del puzzle per ricostruire la verità su quanto accaduto quella sera. Intanto, nasce la Fondazione museo per la memoria. 

"Il claim di quest'anno non è altro che la cruda descrizione della realtà: 'Manca ancora un pezzo'. La verità c'è, la conosciamo da tanti anni, ma ne manca ancora una parte. Sappiamo per certo che il DC-9 Itavia è stato abbattuto nell'ambito di un episodio di guerra aerea ma, ancora, non sappiamo gli autori materiali", scrive sui social network l'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, presieduta da Daria Bonfietti

Era il 27 giugno 1980 quando un aereo Douglas del vettore Itavia decollò da Bologna verso Palermo (volo IH 870), senza mai giungere a destinazione. A bordo c'erano 81 persone, di cui 13 bambini. Il velivolo si trovava vicino all'aeroporto siciliano, mancava poco all’atterraggio. Alle ore 20:59 l’ultimo contatto radio con la torre di controllo di Roma-Ciampino, mentre l’aeromobile sorvolava il mar Tirreno. Alle 21:04, chiamato per l'autorizzazione di inizio discesa su Palermo (arrivo previsto alle 21:13), il volo IH870 non rispose. 

Del comandante Domenico Gatti e del copilota Enzo Fontana, ci resta l'ultimo dialogo registrato dal Cockpit Voice Recorder in cui scherzavano e si raccontavano barzellette. Alle 21:25 scattarono le operazioni di ricerca e di soccorso, che quella notte non diedero esito. Solo la mattina successiva furono individuati in mare, non lontano dall’isola di Ustica a sud di Ponza, parti dell’aereo ed alcuni cadaveri. Il velivolo si era letteralmente disintegrato ed inabissato in fondo al mare. Non ci furono superstiti tra i 77 passeggeri ed i quattro membri d’equipaggio. 

Il disastro aereo di Ustica da sempre evoca mistero. Sono state varie le ipotesi sulle cause e la dinamica della strage: dal cedimento strutturale alla bomba a bordo. Fu invece una battaglia aerea in cui ci è andato di mezzo il DC-9. Le famiglie delle vittime chiedono la verità sui nomi degli autori materiali e dei responsabili, nonché la desecretazione completa degli atti dell'inchiesta giudiziaria. Nel 2007 la Cassazione ha assolto con formula piena i generali Lamberto Bartolucci e Franco Ferri dall'accusa di alto tradimento, dichiarando inammissibile il ricorso presentato dal Governo italiano, per presunti depistaggi. 

Intanto, il presidente di Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha annunciato in questi giorni che "la Regione, insieme al Comune di Bologna, all’associazione dei parenti delle vittime e ad altri promotori, ha dato il via alla nascita della ‘Fondazione Museo per la memoria di Ustica’, che avrà il compito di tenere viva la memoria della strage e valorizzare il museo".

Sull'argomento vedi anche la notizia pubblicata da AVIONEWS

Sotto, il video. Il filmato mostra il relitto dell'aereo DC-9 sul fondo del Mar Tirreno, nei pressi dell'isola di Ustica, a 3620 metri di profondità. Le immagini furono girate nel 1987 durante la missione "Opera" (Operazione recupero aeromobile) dell'istituto francese "Ifremer" (Institut Français de Recherche pour l'Exploitation de la Mer) che individuò il velivolo sui fondali marini. Il video sarà trasmesso questa notte su vari schermi nella città di Bologna.

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AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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