Le forze armate israeliane hanno avviato questa notte l'operazione militare per la conquista del valico di Rafah. Si tratta di un corridoio strategico al confine fra l'Egitto e la Striscia di Gaza. Secondo numerosi esperti di questioni internazionali, Tel Aviv non avrebbe potuto lasciare i territori palestinesi senza prima prendere il controllo del lato palestinese del valico, attraverso cui transitano armamenti, aiuti umanitari e forniture commerciali di ogni genere. 

"Un'invasione di terra a Rafah sarebbe intollerabile, per le sue conseguenze umanitarie devastanti e per il suo impatto destabilizzante nella regione". "Oggi ho fatto un appello molto forte al governo di Israele ed alla leadership di Hamas per fare un ulteriore sforzo per far materializzare un accordo che è assolutamente vitale. È un'opportunità che non può essere persa", è il commento del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. 

Sulla stessa linea l'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell: "L'offensiva di Rafah è ricominciata, nonostante tutte le richieste della comunità internazionale, degli Stati Uniti, degli Stati membri dell'Unione europea, tutti coloro che chiedono a Benjamin Netanyahu (premier israeliano, NdR) di non attaccare". "Temo che ciò causerà ancora molte vittime, vittime civili", perché "non ci sono zone sicure a Gaza".

Con l'operazione militare a Rafah Israele punta a rompere il controllo politico-militare del gruppo palestinese Hamas nella Striscia di Gaza. Secondo l'intelligence di Tel Aviv infatti ''il valico di Rafah nella parte orientale veniva usato per scopi terroristici''. Sebbene Israele parli di un'operazione ''di precisione'', la comunità internazionale teme un'altra carneficina ed un disastro umanitario. 

Sullo stesso argomento vedi anche la notizia pubblicata da AVIONEWS.