L'Us Army si appresta a rafforzare la propria presenza deterrente nella regione Asia-Pacifico con l'indicazione, da parte del generale Charles Flynn, dell'imminente dislocazione di un avanzato sistema di lancio missilistico a medio raggio. Intervistato da Asahi Shimbun durante un incontro presso l'ambasciata Usa a Tokyo, Flynn ha reso noto che, sebbene dettagli specifici quali la tipologia di sistema o la sua ubicazione esatta rimangano non divulgati, il dispositivo in questione mirerà ad aumentare significativamente la precisione e la portata delle capacità offensive americane in regione.

Riservato sulla natura esatta del sistema, il panorama mediatico giapponese suggerisce che possa trattarsi del Typhon di Raytheon Technologies, un lanciatore in grado di manovrare sia i missili da crociera Tomahawk, con un'autonomia superiore ai 1600 chilometri, sia gli intercettori SM-6 destinati sia alla difesa contro missili balistici in fase di terminale sia all'attacco di bersagli navali ad una distanza di circa 300 chilometri.

La prospettiva di un simile schieramento, elemento di novità dal ritiro di Washington dal Trattato Inf con Mosca nel 2019, che limitava il possesso di missili a medio raggio, è vista come un decisivo passaggio verso il colmare le disparità capacitive rispetto alla Cina, contribuendo così ad una deterrenza regionale rinnovata. L'ubicazione preferenziale di tale sistema potrebbe essere l'isola di Guam, con trasferimenti temporanei in Giappone per finalità addestrative.

Questo sviluppo incarna un cambiamento strategico critico nell'equilibrio delle potenze in Asia-Pacifico, segnando un passo potenzialmente provocatorio verso il rafforzamento della postura di deterrenza americana, ma allo stesso tempo sollevando questioni concernenti l'avvio di una nuova dinamica di corsa agli armamenti nell'area.