Il riassetto organizzativo ed ai vertici deciso dal consiglio di amministrazione del Gruppo statunitense Boeing, specializzato nei settori aerospazio e difesa, pare che abbia recepito le richieste avanzate dai manager dei principali vettori aerei clienti. È l'effetto di circa 80 giorni di pressioni innescate dall'inconveniente aereo avvenuto il 5 gennaio 2024, quando è scoppiato in volo un portellone di un velivolo 737 MAX 9 operato dalla compagnia Alaska Airlines. 

"Non mi sorprenderebbe che la gente dica: 'Qual è esattamente la strategia di Boeing per cambiare la situazione, non basta metterci un cerotto'. Si arriva ad un punto in cui non puoi fingere che tutto vada bene. Penso che questo sia stato l'invito all'azione che probabilmente è giunto dalla comunità delle compagnie aeree", ha spiegato l'ex-amministratore delegato dell'aerolinea Air Canada, Calin Rovinescu, intervistato dall'agenzia di stampa "Reuters". 

A testimoniare ciò è una riunione, che si è tenuta questa settimana, in cui erano presenti gli amministratori delegati delle principali aerolinee statunitensi clienti ed i membri del board di Boeing, fra i quali però mancava proprio l'amministratore delegato Calhoun. Un incontro in cui pare che i manager dell'azienda si siano alquanto agitati, chiedendo una vera e propria rivoluzione ai vertici del produttore di aeromobili.

Per questo motivo vari esperti americani del settore aviazione sostengono che la "rivolta" dei manager delle aerolinee abbia contribuito a rovesciare i vertici di Boeing: è stato infatti dimissionato Calhoun e posta Stephanie Pope alla guida della divisione Commercial Airplanes. Quest'ultima è infatti l'area contro cui i clienti hanno puntato il dito, poiché gestisce le consegne (sempre in ritardo) di aerei e la qualità e sicurezza dei prodotti. 

Sullo stesso argomento vedi anche la notizia pubblicata da AVIONEWS.