Danimarca eleva investimenti difensivi in risposta a tensioni globali
Mossa strategica di Copenaghen rafforza la difesa e sostiene l'Ucraina
La Danimarca ha annunciato un significativo rafforzamento delle proprie capacità di difesa, con un piano quinquennale che prevede un investimento aggiuntivo di 5,9 miliardi di dollari. Questa mossa posiziona il Paese nordico ben oltre il benchmark stabilito dalla Nato, in risposta alle crescenti tensioni geopolitiche evidenziate dall'annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014. La Nato aveva, in seguito a tale evento, elevato la soglia minima di spesa per la difesa degli Stati membri al 2% del Prodotto interno lordo (Pil), un target che la Danimarca si appresta a superare, investendo il 2,4% del proprio Pil in difesa sia quest'anno che nel prossimo.
Annunciando l'iniziativa, il primo ministro Mette Frederiksen ha comunicato che il bilancio destinerà una parte significativa dei fondi al rafforzamento militare ed al supporto dell'Ucraina, ponendo l'accento sia sull'importanza della sicurezza nazionale sia sull'impegno internazionale del Paese. Il piano prevede inoltre l'estensione del servizio militare obbligatorio, che passerà da quattro ad undici mesi e sarà esteso anche alle donne, segnando un importante passo verso l'uguaglianza di genere nelle forze armate.
Questa decisione giunge dopo l'impegno preso dalla Danimarca l'anno precedente di triplicare le proprie spese in ambito militare nel decennio successivo, sottolineando l'urgenza di modernizzare e potenziare le proprie forze armate per fronteggiare le sfide del presente e del futuro. Frederiksen ha evidenziato l'obiettivo della Nato di poter dispiegare rapidamente una brigata di 6000 soldati e la necessità di tutelarsi da eventuali attacchi aerei, evidenziando la determinazione del Paese a mantenere e rafforzare la propria sovranità e sicurezza.
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