Peggiorano i ritardi dei collegamenti aerei ed aumentano le tariffe dei biglietti. È l'effetto globale nel settore del trasporto nei cieli che si osserva da quando è finita la pandemia. A questo disagio per i consumatori se ne aggiunge un altro: gli aeroporti sono di nuovo completamente congestionati, soprattutto nei periodi in cui si registra un picco della domanda di viaggi da parte dei passeggeri. 

Nel dettaglio, una ricerca condotta dalla Civil Aviation Authority (Caa) britannica ha mostrato che nel Regno Unito il 64% dei voli in partenza ed in arrivo è decollato o atterrato entro 15 minuti dall'orario previsto, mentre prima della pandemia il tasso era pari al 75%, dunque la percentuale di ritardo (oltre i 15 minuti) è aumentata dell'11%. In merito a ciò, le associazioni dei consumatori e l'autorità di regolamentazione dei cieli ritengono che i passeggeri debbano avere maggiori diritti al risarcimento da parte delle aerolinee. 

Di tutt'altro avviso i vettori aerei. Tanto che la compagnia di bandiera British Airways e le aerolinee low-cost Ryanair ed easyJet più volte hanno chiesto il licenziamento dell'amministratore delegato della National Air Traffic Services (Nats), Martin Rolfe, accusato di aver provocato le interruzioni dell'operatività nello spazio aereo britannico a causa della carenza di personale addetto al controllo del traffico. Insomma, la querelle fra aerolinee ed autorità continua.