Biometria aeroportuale e privacy
Sicurezza vs privato nel controllo negli scali
I progressi tecnologici negli aeroporti stanno portando ad un uso più esteso del riconoscimento facciale, un sistema che promette di accelerare i processi di imbarco e potenzialmente migliorare la sicurezza. Tuttavia, la gestione dei dati biometrici solleva interrogativi significativi sul rispetto della privacy degli individui.
Negli Stati Uniti, le tecniche di riconoscimento facciale stanno diventando sempre più sofisticate e, secondo la Transportation Security Administration (Tsa), potrebbero superare in affidabilità il controllo umano. La normativa vigente in Europa, in particolare il Gdpr, pone dei paletti per assicurare la protezione dei dati personali dei cittadini, esigendo specifiche misure di sicurezza ed il consenso informato per il trattamento dei dati biometrici.
Nonostante queste salvaguardie, permane la preoccupazione per la durata della conservazione dei dati. A differenza degli Usa, dove i dati non cittadini possono essere trattenuti per anni, in Europa dovrebbero essere cancellati immediatamente dopo che la verifica di corrispondenza è completata. La discrezionalità conferita dall'utilizzo di agenti umani, inoltre, viene valutata come un possibile contrappeso alla decisione automatizzata, in ossequio all'articolo 22 del Gdpr.
La situazione cambierebbe marcatamente se compagnie ed aeroporti decidessero di trattenere questi dati per periodi prolungati, il che sollecita una riflessione approfondita sulla necessità di equilibrare le esigenze di sicurezza con il diritto alla privacy dei singoli.
In conclusione, la tecnologia biometrica negli aeroporti potrebbe rappresentare un futuro promettente, ma deve essere implementata con la dovuta considerazione per i diritti civili, proteggendo in maniera adeguata i dati personali degli individui.
AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency