Aeroporto Venezia: giudici dicono no a Save
Gestore scalo voleva recuperare investimenti tramite incrementi tariffari
Il Consiglio di Stato da respinto la richiesta della società di gestione Save, controllore dello scalo "Marco Polo" di Venezia-Tessera, che voleva recuperare, tramite incrementi delle tariffare aeroportuali, i 17 milioni di Euro investiti per l'ampliamento del terminal T1 (valore 4,5 milioni risalenti al 2017) e per la progettazione del T2 (11,5 milioni), oltre a voci minori. I togati hanno giudicato "inammissibile" la proposta di 'pesare' tale cifra sui vettori aerei e sui clienti.
"Altrimenti potrebbe astrattamente essere permesso ad un gestore aeroportuale di addebitare agli utenti dei costi irregolarmente maturati" tramite transazione di impresa ed incarichi di progettazione senza gara pubblica, aveva scritto a febbraio 2021 l'Autorità di regolazione dei traporti (Art). Sulla stessa linea si era espresso l'Ente nazionale per l'aviazione civile (Enac), a cui Save aveva sottoposto la domanda nel 2020.
Secondo Art ed Enac le due opere erano "non conformi" al contratto di programma che regola gli investimenti; Save non si considerava tenuta a restituire nulla. Il gestore aeroportuale aveva avviato un contenzioso amministrativo ma, dopo il no da parte del Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Piemonte, nei giorni scorsi è arrivato lo stop anche da parte del Consiglio di Stato.
Sullo stesso argomento vedi anche la notizia pubblicata da AVIONEWS.
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