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Usa: Russia aveva infangato Biden e figlio

Ex-informatore russo confessa: inventate accuse di corruzione, aiutato dai servizi segreti di Mosca

Il dipartimento di giustizia degli Stati Uniti ha rivelato che Alexander Smirnov, un ex-informatore della Federal Bureau of Investigation (Fbi), ha confessato di essere stato aiutato dai servizi segreti russi nel suo piano che prevedeva di infangare la credibilità del presidente americano Joe Biden e di suo figlio Hunter, inventando contro di loro accuse di corruzione. 

Smirnov, 43 anni, era stato arrestato nei giorni scorsi all'aeroporto internazionale "Harry Reid" di Las Vegas, dopo il suo arrivo dall'estero. L'uomo era considerato uno dei testimoni chiave dell'indagine di impeachment lanciata dai repubblicani alla Camera dei deputati contro il presidente Biden e la sua presunta complicità negli affari stranieri del figlio Hunter in Ucraina. 

L'arresto dell'ex-talpa infligge un duro colpo al castello accusatorio dei repubblicani, sollevando sospetti inquietanti su una regia del Cremlino per favorire Donald Trump, anche se recentemente Vladimir Putin ha dichiarato che preferirebbe Joe Biden perché "più preparato" ma anche "più prevedibile". 

L'ex-informatore è stato incriminato per aver mentito sul presunto coinvolgimento dei due nelle attività della società energetica ucraina Burisma, quando Joe Biden era vicepresidente ed il secondo sedeva nel board della compagnia di Kiev. Smirnov è accusato di aver fatto "false dichiarazioni" e di aver "creato un precedente falso e fittizio" in relazione ad un'indagine dell'Fbi, di cui è stato a lungo una talpa. Il russo aveva raccontato che alcuni dirigenti associati dell'azienda Burisma gli avrebbero rivelato di aver assunto Hunter per avere "protezione, attraverso suo padre, da ogni tipo di problema". 

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AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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