Vettori aerei low-cost tagliano voli in Italia
Tolti oltre due milioni di posti nel 2024 rispetto all'anno precedente
I vettori aerei low-cost stanno riducendo la loro presenza in Italia. Basti pensare che nei programmi di volo 2024 sono stati tagliati oltre due milioni di posti a sedere rispetto all'anno precedente. È il dato che emerge dalla piattaforma di analisi Cirium Diio. Compagnie come l'irlandese Ryanair, la britannica EasyJet, l'ungherese Wizz Air, la spagnola Vueling stanno disinvestendo sulle rotte interne per concentrarsi su quelle Italia-Europa. Un danno per il nostro Paese, specie per il sud, che sconta una cronica carenza infrastrutturale e di alternative nel settore trasporti.
"Questo calo è particolarmente evidente nel Sud Italia, come in Calabria e Sicilia, accentuando il problema della scarsa connettività in alcune parti del Paese. Le compagnie low-cost sembrano preferire investire sulle rotte tra l'Italia ed il resto dell'Europa, a causa di motivi economici. Il Belpaese ha costi mediamente più alti, come l'addizionale comunale per ogni passeggero in partenza. Inoltre, il mercato interno non è molto redditizio per gran parte dell'anno rispetto ai collegamenti internazionali", dichiara Giacomo Francesco Saccomanno (Lega).
"Le compagnie low-cost straniere hanno ridotto complessivamente la loro quota di offerta sui voli nazionali dal 67% nel 2023 al 60% nei primi nove mesi del 2024. Tuttavia, aumentano l'offerta sui collegamenti tra l'Italia ed il resto dell'Europa", come "Wizz Air e Volotea che registrano un aumento del 30%".
"Nel Sud Italia la riduzione è particolarmente evidente, con una mancanza di posti in vendita del 33% in Calabria ed una riduzione dell'8% in Sicilia. Anche Sardegna e Puglia -aggiunge Saccomanno- registrano un calo del 6%. Complessivamente, le low-cost hanno tagliato 1,8 milioni di posti solo in queste quattro regioni. È necessario che tutta la politica si impegni affinché vengano ripristinati i voli, tenendo, naturalmente, in debita considerazione l'utenza per evitare, da una parte, sprechi, e dall'altra, l'isolamento dei territori".
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