Slitta la tregua sul conflitto fra palestinesi ed israeliani nella striscia di Gaza. Il gruppo di milizie di Hamas, che controlla quei territori, non hanno ancora ratificato l'accordo sul cessate il fuoco. Continuano perciò gli scontri e si moltiplica il numero delle vittime: sono oltre 14.000 i palestinesi uccisi secondo fonti di Hamas, mentre Israele conta 1200 morti tra le sue fila, quasi tutti civili. 

Sul cessate il fuoco "il ritardo non deriva da una rottura dei colloqui" fra Tel Aviv e Gaza, "le parti stanno elaborando i dettagli logistici finali", fanno sapere dalla Casa Bianca, che si è posto come mediatore fra le parti in conflitto, insieme a Qatar ed altri Paesi arabi. La tregua è legata in particolare al rilascio degli ostaggi israeliani rapiti da Hamas, che sono circa 2700 persone. 

I negoziati a Doha per l'accordo sugli ostaggi "proseguono positivamente". Doha e gli Stati Uniti stanno lavorando con le due parti "per garantire il rapido inizio della tregua e per fornire quanto è necessario per assicurare l'impegno delle parti per l'accordo", che dovrebbe essere raggiunto oggi, ha garantito Majed al-Ansari, portavoce del ministero degli esteri del Qatar. 

In ogni caso le forze armate israeliane stemperano l'ottimismo: "Stiamo cercando di collegare gli obiettivi della guerra e creare le condizioni per il rilascio degli ostaggi rapiti", ma "non porremo fine alla guerra. Continueremo finché non saremo vittoriosi, andando avanti e proseguendo in altre aree di Hamas", ha spiegato il capo di Stato maggiore della difesa, il generale Herzi Halevi.