L'Olanda ha rinunciato nelle scorse ore al suo piano di limitazione del numero massimo di collegamenti aerei da e per l'aeroporto di Amsterdam-Schiphol (massimo 450.000 voli annui). Si tratta di una iniziativa del governo che sarebbe dovuta partire la prossima estate. L'obiettivo era quello di limitare l'inquinamento acustico ed ambientale. Una marcia indietro innestata di fronte alle pressioni delle aerolinee e dell'Unione europea.

"Sottolineo che il Governo è ancora impegnato a ripristinare l'equilibrio tra Schiphol ed il suo ambiente". Tuttavia "i Paesi Bassi sono arrivati a restare soli" sulla politica del tetto al numero dei voli ha dichiarato il ministro delle infrastrutture, Mark Harbers, specificando che ora l'esecutivo attende una sentenza della Corte suprema olandese ed un ulteriore feedback da parte della Commissione europea, atteso per il prossimo anno.

L'attuale governo continuerà quindi a portare avanti la sua iniziativa. Tuttavia non è certo che il nuovo esecutivo avrà le stesse priorità dopo le elezioni nazionali del 22 novembre. In ogni caso la marcia indietro dell'attuale governo rappresenta una vittoria per il settore del trasporto aereo, dopo le numerose proteste delle aerolinee, fra cui Air France-Klm, Delta Air Lines e JetBlue.