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Taglio voli Ryanair (2): gli effetti al Sud

Si lavora nell'ombra per raffreddare situazione rovente

Le società di gestione degli aeroporti siciliani sono preoccupate dal perdurare del braccio di ferro fra il vettore aereo irlandese Ryanair ed il Governo italiano. Il management dell'aerolinea punta il dito contro l'Esecutivo Meloni, che con un decreto intende introdurre un tetto massimo sui prezzi dei collegamenti da e per le isole. Come rappresaglia, la low-cost minaccia la cancellazione del 10% delle rotte verso la Sicilia.

I tagli "potrebbero mettere a rischio nei territori di Palermo e Trapani la mobilità dei cittadini ed il flusso turistico. Ci auguriamo che si possa avviare un dialogo produttivo fra le istituzioni nazionali, regionali e Ryanair", dichiarano i sindacalisti Cisl, Leonardo La Piana e Dionisio Giordano. Gli fa eco Gianluca Colombino, segretario generale Legea Cisal: "L'aerolinea garantisce circa il 60% dei voli di Punta Raisi e lo scontro frontale voluto dal presidente Schifani non ha portato benefici ma ha addirittura danneggiato il turismo ed i cittadini". 

Il monito di Ryanair è preso sul serio dagli operatori aeroportuali. Ci sono in ballo 9-10 milioni di passeggeri che annualmente transitano per i sei scali dell’isola. Infatti, la riduzione di rotte e frequenze dei voli della low-cost è fisiologica dopo le vacanze estive: si attesta in media al -30%. Per evitare un ulteriore taglio del -10% si lavora nell'ombra, per raffreddare la situazione rovente. Anche perché i manager degli scali siciliani sanno bene che oggi la compagnia irlandese assicura la maggior parte dei collegamenti da e per l'isola. 

Sullo stesso argomento vedi la notizia pubblicata da AVIONEWS.

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AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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