La Corea del Nord sta potenziando la sua Marina in risposta alle esercitazioni militari degli Stati Uniti e dei loro alleati nella regione. Kim Jong Un ha sottolineato l'importanza di difendere le acque territoriali e prepararsi a una possibile guerra. Questo potenziamento è una risposta alle tensioni causate dalle esercitazioni congiunte degli alleati.

Il governo della Corea del Nord sta pianificando di potenziare la sua Marina, a seguito delle esercitazioni militari condotte dagli Stati Uniti insieme ai loro alleati, Seoul e Tokyo, nella regione. Durante una recente visita al Comando della Marina, il leader del paese, Kim Jong Un, ha sottolineato l'importanza di rafforzare la forza navale come fondamentale per la difesa nazionale. Questa dichiarazione è arrivata in concomitanza con le esercitazioni marittime congiunte degli Stati Uniti, della Corea del Sud e del Giappone al largo della penisola coreana.

Secondo Kim, finora il mare è stato il principale punto di estensione delle minacce di aggressione contro la Corea del Nord. Egli ha affermato che la sicurezza del paese può essere garantita solo attraverso una forza navale adeguatamente preparata. Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Kcna News, Kim ha dichiarato: "La forza navale deve essere in grado di difendere le acque territoriali e prepararsi per una guerra rivoluzionaria. È necessario un miglioramento radicale delle tecnologie e delle capacità di combattimento della Marina a breve termine a causa dell'urgenza delle recenti minacce aggressive dei nostri nemici. Gli imperialisti americani si sono impegnati più freneticamente che mai in esercitazioni militari navali congiunte con le loro forze alleate nelle acque circostanti".

L'obiettivo di questo potenziamento della forza navale nordcoreana è quindi quello di garantire la difesa delle acque territoriali e prepararsi in modo adeguato a eventuali conflitti. La Corea del Nord cerca di affrontare le tensioni che sono emerse in seguito alle esercitazioni militari congiunte degli Stati Uniti, della Corea del Sud e del Giappone, che sono state percepite come potenziali provocazioni per il paese.