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Decesso marinaio Giovanni De Martino: rigettato ricorso

Confermata accusa ad alto ufficiale e Marina: omicidio colposo per esposizione ad amianto

La quarta sezione penale della Corte di cassazione ha rigettato il ricorso presentato dai responsabili civili del ministero della Difesa e della Marina militare, contro la condanna penale definitiva in relazione al decesso del marinaio Giovanni De Martino, morto nel giugno del 2006 per un tumore al polmone causato dall'esposizione all'amianto. È la prima volta che un alto ufficiale (e la stessa Marina) viene condannato per il reato di omicidio colposo per contaminazione degli ambienti e violazione dei doveri. 

"È un risultato molto importante, perché è confermato l'impianto accusatorio della sentenza relativo all'uso dell'amianto senza prevenzione e protezione. È un punto fermo che permette di dare speranza di giustizia a tutti coloro che nelle Forze Armate sono stati esposti ad amianto, si sono ammalati, o sono deceduti", ha dichiarato Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio nazionale amianto (Ona), che tutela i militari che hanno contratto malattie da amianto ed altri cancerogeni.

La pronuncia della Cassazione conferma così l'impianto accusatorio della Corte di appello di Venezia: l'ammiraglio Agostino Di Donna, ex-direttore generale Marispesan (1983-1987) e Difesan (1988-1990), era accusato di avere esposto i militari a polveri e fibre di amianto, nelle basi a terra e nelle unità navali della Marina militare italiana, senza le dovute precauzioni e dispositivi di protezione. 

Dal canto suo la Forza Armata avrebbe dovuto evitare ogni forma di esposizione all'amianto killer. In questo procedimento penale, nel corso degli anni, molti degli imputati sono deceduti, ed in molti casi si è giunti alla prescrizione. Ma si ricordi che sono state vagliate 1100 presunte vittime di amianto in Marina al 2018.

Gic - 1252409

AVIONEWS - World Aeronautical Press Agency
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